Il dato sull’inflazione negli Stati Uniti nel mese di settembre ha mostrato un +0,3%, cioè in linea con le attese degli analisti e inferiore al dato precedente che era fermo allo 0,4%. Il Dipartimento del Lavoro USA ha comunicato anche l’altro fondamentale dato sull’inflazione, cioè il CPI “core”. L’indice dei prezzi al consumo, esclusi il settore energetico ed alimentare, ha mostrato una crescita dello 0,1%, cioè più bassa delle stime di consensus (+0,2%) e del dato precedente (+0,2%). Il risultato “core” annualizzato evidenzia una crescita del 2%, mentre quello complessivo del 3,9%. Dopo la comunicazione del dato i futures americani hanno iniziato una veloce salita, spingendo ulteriormente al rialzo anche l’azionario europeo che era già positivo da questa mattina. Sul Forex il dollaro americano ha perso velocemente terreno, ma più in generale gli acquisti si sono concentrati su euro e sterlina. Il cross euro/dollaro è salito con forza da area 1.3820 a 1.3870 circa, dove però è stato respinto con decisione dai venditori proprio sui massimi di giornata (vedi grafico in basso, ellipse gialla). Se Wall Street proseguirà al rialzo, in attesa del Beige Book della Federal Reserve, il cambio euro/dollaro potrebbe continuare la sua ascesa anche fino a 1.39. Bene anche euro/yen che però è stato respinto a contatto con la resistenza di 106.50, cioè il target rialzista di brevissimo periodo ipotizzato nel report di questa mattina. Sul Forex è molto tonica la sterlina con il cable salito fin sopra 1.5830 e attualmente sui top intraday: il cambio è decisamente proiettato verso l’area di resistenza di 1.5850. Tra le commodity continua il movimento lateral-ribassista dell’oro, attualmente in area 1650$ l’oncia, mentre sembra molto più tonico il petrolio Wti che è proiettato verso 89$ al barile.
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