Il cambio euro/dollaro continua a salire con decisione, superando anche la resistenza chiave di 1,37 nonostante il tapering sia ora più vicino dopo i dati sul lavoro USA
L’ultima seduta sui mercati finanziari è stata caratterizzata dalla pubblicazione dell’atteso dato sull’occupazione negli Stati Uniti. Il risultato è stato superiore alle aspettative, sulla falsariga di quanto già accaduto nei giorni immediatamente precedenti con il pil, i sussidi e l’Ism manifatturiero che hanno evidenziato una ripresa economica molto robusta della prima economia mondiale. Ottimi segnali sono giunti anche dal report occupazionale di venerdì, con il tasso di disoccupazione sceso al 7% nel mese di novembre dal 7,3% del mese precedente. Si è trattato del dato migliore degli ultimi 5 anni, favorito però dal fatto che diversi dipendenti federali sono tornati a lavoro dopo lo shutdown del mese di ottobre.
Molto bene anche i non-farm payrolls (+203mila posti in più), che si sommano ai posti di lavoro creati anche nel settore privato (+196mila unità). Wall Street ha reagito bene al dato sull’occupazione USA, nonostante ora il tapering sia decisamente più vicino. Alcuni economisti ritengono che a questo punto la Federal Reserve possa iniziare a ridurre gli stimoli monetari già dalla riunione del 18 dicembre, magari per una cifra simbolica di 5-10 miliardi di dollari. Tuttavia, gli investitori sembrano meno preoccupati del tapering, probabilmente consapevoli della capacità della locomotiva economica americana di reggersi solo sulle proprie gambe senza dover più contare necessariamente sulle iniezioni di liquidità della FED.
A Wall Street l’indice S&P500 ha chiuso l’ultima seduta con un progresso dell’1,12% a 1.805,09 punti, avvicinandosi ai massimi storici di 1.813,55 punti toccati il 29 novembre. Sale anche l’indice Dow Jones, che ha chiuso la seduta di venerdì con un rialzo dell’1,26% a 16.020,20 punti, non lontano dai top assoluti di 16.174,50 punti del 29 novembre. L’indice dei titoli tecnologici Nasdaq Composite, invece, ha aggiornato i massimi degli ultimi 13 anni a 4.069,86 punti. Sul forex l’aumento dell’appetito per il rischio ha fatto scattare fortissime vendite sullo yen, ma anche il dollaro americano ha sofferto molto.
Il tasso di cambio euro/dollaro è riuscito a superare anche quota 1,37, spingendosi fino a 1,3720 sui livelli più alti da oltre un mese. Se il cambio riuscirà a mettersi definitivamente alle spalle la resistenza di 1,37, dovremmo assistere a un nuovo rally delle quotazioni con primo obiettivo posto a 1,3832, ovvero il livello più alto dell’anno toccato lo scorso 25 ottobre. Gli esperti di Goldman Sachs hanno da tempo prospettato un approdo del cambio in area 1,40, ma da qualche tempo anche altre banche d’affari e broker hanno alzato le stime sul range di oscillazione sopra il livello di 1,30.
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