I rumors su un possibile piano di QE4 della FED, oltre al rinvio della stretta sui tassi al 2016, ha fatto rimbalzare il cambio euro/dollaro, che potrebbe tornare in area 1,30
La scorsa settimana tre influenti membri del Fomc hanno dichiarato che la FED potrebbe fermare il tapering, annunciando addirittura il quarto round del quantitative easing iniziato nella primavera del 2009. Inoltre, i tassi di interesse potrebbero restare fermi nell’attuale range 0% - 0,25% almeno per tutto il prossimo anno. E’ stata senza dubbio una piacevole musica per le orecchie degli investitori, che hanno subito fatto incetta di azioni e bond. Come mai la FED dovrebbe fare dietrofront sulle strategie di politica monetaria, annunciando perfino un piano di QE4? E’ solo per mantenere elevata la fiducia sui mercati globali o c’è dell’altro?
La verità è che FED e Casa Bianca proprio non riescono a tollerare un dollaro USA troppo forte. Questo contesto penalizza tantissimo le multinazionali a stelle e strisce, senza contare i problemi provocati a cascata su tutti i mercati emergenti che si nutrono della liquidità della FED e che rischiano di essere destabilizzati da un dollaro eccessivamente forte (anche perché è la valuta dei loro debiti). Le ultime minute hanno già evidenziato un tono più dovish dell’istituto monetario di Washington, che apprezza la robusta crescita economica americana ma che punta il dito contro la bassa inflazione e il dollaro forte.
La Federal Reserve sembra così voler agitare lo spettro della deflazione, senza che vi sia effettivamente un reale pericolo a livello globale e negli Stati Uniti stessi. Anche la fragile Europa sta vivendo semplicemente un contesto di disinflazione, ma la deflazione (quella in stile giapponese, tanto per intenderci) per ora appare uno scenario lontano quantomeno negli States, dove il mercato del lavoro è in salute e il pil è atteso in crescita del 3% nel 2014. Janet Yellen farà di tutto per tranquillizzare i mercati, e quindi i grandi banchieri di Wall Street.
Molti analisti finanziari ritengono che a fine mese la FED annuncerà quantomeno il rinvio del tapering, preparando i mercati a un nuovo clamoroso QE e ai tassi a zero fino al 2016. Il dollaro americano potrebbe perdere credibilità e la fiducia riconquistata dopo anni di alti e bassi. Il cambio EURUSD, passato da area 1,40 a 1,25 in cinque mesi, potrebbe tornare a muoversi con decisione al rialzo almeno fino a 1,30 facendo pressioni sulla BCE affinché lanci anche essa un piano di acquisti di bond in stile FED. E’ la guerra delle valute, dove oggi vince chi riesce a svalutare di più la propria moneta. Ma l’ultima parola dovrebbe spettare ancora una volta alla FED.
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