La BCE ha abbassato le stime su inflazione e pil, rimarcando ancora una volta la debolezza dell’economia dell’Eurozona. Il cambio EURUSD sembra proiettato a 1,20
Nel consueto bollettino mensile la BCE ha dipinto un quadro a tinte molto fosche per l’economia dell’Eurozona, tagliando le stime su inflazione e crescita per i prossimi anni. Per ciò che concerne il pil dell’area euro, l’istituto di Francoforte ha abbassato le sue previsioni di crescita in media dello 0,2 – 0,3 per cento. Per l’anno in corso è atteso un incremento del pil dello 0,8%, nel 2015 dell’1,2% e nel 2016 dell’1,5%. Peggiorano anche le prospettive per il mercato del lavoro, con il tasso di disoccupazione atteso all’11,6% quest’anno e all’11,3% nel 2015. L’anno successivo ci sarà un miglioramento, ma meno di quanto previsto qualche tempo fa (10,9% e non più 10,8%).
C’era grande interesse poi per le stime sull’indice dei prezzi al consumo, principale driver delle scelte di politica monetaria della BCE. L’istituto guidato da Mario Draghi ha rivisto al ribasso le previsioni per il triennio 2014-2016, rispettivamente allo 0,5%, all’1% e all’1,4%. L’avvicinamento al target di medio periodo del 2% sarà, quindi, molto complicato e servirà più tempo del previsto. Intanto sono sempre di più i politici, i banchieri e le istituzioni finanziarie che chiedono a gran voce l’implementazione di un piano di quantitative easing.
Dopo il monito del Fondo Monetario Internazionale sui pericoli di stagnazione di lungo termine e il consiglio alla BCE di acquistare titoli di stato, è arrivata ieri anche l’esortazione da Standard & Poor’s a procedere in fretta con un piano di QE per evitare la terza recessione degli ultimi sei anni (le altre sono avvenute nel 2009 e nel 2011). Secondo l’agenzia di rating americana il credit easing finora adottato da Mario Draghi non sarà sufficiente a risollevare le sorti di un’economia così fragile come quella dell’Eurozona.
Insomma tutti chiedono a gran voce il QE della BCE, facendo così aumentare le aspettative di nuovi significativi deprezzamenti dell’euro. Due settimane fa il tasso di cambio EURUSD ha toccato un bottom di periodo a 1,2358, il livello più basso da agosto 2012. La maggior parte degli analisti valutari ritiene che il cambio sia destinato a scendere almeno fino a 1,20, ovvero sui valori toccati sul finire di luglio del 2012. Altri esperti del forex si sono spinti anche a pronosticare un ribasso maggiore, fino a 1,15 – 1,10 entro dicembre del prossimo anno (Goldman Sachs vede la parità entro il 2017).
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