Il tasso di cambio euro-dollaro continua a evidenziare una quotazione di poco inferiore a 1,3150, in attesa dell’audizione di Ben Bernanke alla Camera Usa e della diffusione del Beige Book della Federal Reserve. Negli ultimi giorni il cross ha messo a segno un importante recupero dai minimi di periodo di 1,2755, favorito dalla minute della FED della scorsa settimana che ha allontanato nuovamente l’ipotesi di un aumento dei tassi di interesse americani nei prossimi mesi. Secondo Daniele Guidi, responsabile delle gesioni obbligazionarie di Bnp Paribas Investment Partners, il tasso di cambio euro-dollaro potrebbe scendere fino a 1,25 nel medio termine.
Tuttavia, l’esperto sottolinea che “il percorso di rafforzamento del dollaro, che è spinto dalla forza della ripresa economica degli Stati Uniti e dai primi segnali di aumento dei tassi di interesse sui Treasury a dieci anni non sarà un tragitto lineare, bensì soggetto a variazioni imprevedibili e a molta volatilità”. Rispetto alle quotazioni correnti, il guru della banca di investimenti francese ritiene che il cambio euro-dollaro possa deprezzarsi almeno del 5% nei prossimi mesi.
Anche altre banche d’affari hanno una view simile a quella dipinta da Guidi. In particolare, Société Générale ha un target a 1,25 da qui a tre mesi, a 1,20 entro fine anno e a 1,22 al termine del primo trimestre del prossimo anno. Gli esperti di Morgan Stanley hanno un prezzo obiettivo di 1,26 entro fine anno e di 1,24 entro fine marzo 2014. Solo Goldman Sachs ritiene che l’euro sia destinato a salire molto nei confronti del biglietto verde: a 1,37 entro fine anno e a 1,40 entro la fine del primo trimestre 2014.
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