La forza del dollaro americano sui mercati valutari è palese. A partire da ieri pomeriggio il biglietto verde ha messo a segno performance esaltanti contro le principali valute mondiali, beneficiando del dato migliore delle attese sui sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti, ai minimi da gennaio 2008. Il divario tra l’andamento dell’economia americana e quella europea o giapponese inizia ad allargarsi sempre più, dimostrando come il piano di quantitative easing lanciato in tre fasi dal 2009 abbia favorito la graduale ripresa economica dopo il violento shock del 2008 e spinto le borse a livelli record.
Sul forex il tasso di cambio euro/dollaro non è stato capace in diverse occasioni di salire sopra la resistenza posta tra 1,3190 e 1,32. Da questo livello i venditori hanno dato vita a una fase di distribuzione, che per ora ha visto i prezzi scendere fino a 1,3004. Il test del supporto di 1,30 sarà fondamentale per le sorti del cambio nei prossimi giorni. Una chiusura giornaliera sotto 1,30 dovrebbe favorire la ripartenza del trend ribassista con target a 1,2950 prima e 1,2870 - 1,2850 poi. Il ritorno della positività sul cross si avrebbe solo con close superiore a 1,31.
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