Da qualche settimana il mercato forex sembra essere sempre più in balìa delle dichiarazioni dei policy makers e degli annunci delle banche centrali. Nell’epoca della globalizzazione finanziaria, il mercato delle valute appare sempre più dipendente dalle scelte politiche. Questo trend è diventato sempre più evidente a partire dalla crisi finanziaria del 2008, quando governi e banche centrali scesero in campo lanciando imponenti piani di stimolo monetario per rilanciare l’economia e i mercati finanziari. Così ora gli investitori internazionali guardano sempre più con attenzione ai grandi eventi istituzionali, in particolare le riunioni delle banche centrali, le elezioni politiche e meeting vari.
Non dimentichiamoci cosa è accaduto di recente sui mercati finanziari, quando lo scorso 19 giugno Ben Bernanke indicò la road map relativa al piano di riduzione degli stimoli monetari della FED: sul forex il cambio euro-dollaro crollò da 1,34 a 1,2750 in circa tre settimane, mentre borse, bond e oro si sciolsero come neve al sole in pochissimo tempo. Ora il prossimo evento di rilievo è il meeting di Jackson Hole negli Stati Uniti, in programma dal 22 al 24 agosto. In questa piccola località del Wyoming si riuniranno banchieri ed economisti di livello internazionale, per cercare di capire cosa potrebbe succedere in autunno.
A settembre gli eventi clou saranno due. Il primo sarà il meeting della FED del 17 e 18 settembre. In questa occasione l’istituto monetario di Washington potrebbe fornire indicazioni più precise sulle strategie di politica monetaria, in particolare per ciò che concerne il piano di quantitative easing. Secondo Jp Morgan Private Bank, sul forex la volatilità aumenterà molto durante l’estate proprio in attesa della riunione della FED di settembre, che potrebbe anche annunciare la data precisa della fine del piano di stimoli monetari.
Il 22 settembre i riflettori saranno, invece, puntati sulle elezioni politiche tedesche. L’evento è considerato fondamentale anche per il futuro stesso dell’euro. L’orientamento politico della prima potenza economica continentale permetterà agli investitori di capire se ci saranno margini per politiche economiche meno rigorose. L’esito del voto tedesco dovrebbe poi avere un forte impatto anche sulle decisioni della BCE, nel corso del meeting del 2 ottobre. Il discorso di Mario Draghi sarà sicuramente un market mover di grande rilievo per i mercati.
© RIPRODUZIONE RISERVATA