Pesante battuta d’arresto per il dollaro canadese, che paga a caro prezzo la debacle dei prezzi del petrolio sui mercati internazionali
Il sell-off sui prezzi del petrolio sta provocando un pericoloso shock su una delle valute più correlate all’andamento del greggio, ovvero il dollaro canadese. La valuta di Ottawa è scesa sui minimi più bassi dall’estate del 2004 nei confronti del dollaro americano, dopo che il future sul petrolio Wti ha perforato anche la soglia dei 38$ al barile scendendo sui livelli più bassi dai tempi dell’ultima crisi finanziaria globale. Male anche il petrolio Brent, sceso sotto i 40$ al barile per la prima volta dall’inizio del 2009.
Il dollaro canadese non si è indebolito soltanto contro il biglietto verde, bensì nei confronti di una miriade di monete tra le quali l’euro. Il tasso di cambio EUR/CAD è volato ben al di sopra di quota 1,48, ai massimi da fine ottobre scorso, quando invece meno di una settimana fa orbitava in area 1,40. Il cambio USD/CAD, invece, si è mosso con grande forza verso l’alto, superando anche 1,36. Tre anni fa il Loonie quotava sulla parità, ma da allora è arrivato a perdere qualcosa come il 36% del proprio valore.
La caduta della valuta nordamericana dipende per lo più dalla debolezza estrema dei prezzi del greggio, che sui mercati internazionali continuano a subire pesanti crolli soprattutto dopo la recente decisione dell’Opec di mantenere inalterato il tetto alla produzione. Inoltre, il Cartello dei principali paese produttori di petrolio non ha dato alcun riferimento circa possibili tagli all’output, nonostante il netto surplus di offerta sui mercati mondiali (senza contare le scorte su livelli record). Qualche giorno fa la Bank of Canada ha mantenuto i tassi di interesse fermi allo 0,5%, deludendo le attese degli investitori che temono ora una brusca frenata dell’economia canadese.
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