Possibile risalita di EUR/USD fino a 1.26? Dopo due anni in discesa, la major più scambiata del forex frena e guarda alla FED e alla BCE: da valutare la ripresa delle economie. Ecco un’analisi del cambio euro-dollaro per il 2016
Il cambio euro-dollaro attraversa un momento davvero interessante e ci sono grandi aspettative per l’inizio dell’anno nuovo, che ridarà impulso alla major EUR/USD dopo le feste natalizie. Cosa aspettarsi dal 2016? Ecco un’analisi di lungo periodo.
La discesa di euro-dollaro iniziata nel 2014 sembra terminata dopo l’ottimo rimbalzo dell’ultimo dicembre e la divergenza tra le politiche monetarie di FED e BCE potrebbe essere in gran parte già scontata dai mercati. Le prossime decisioni delle banche centrali saranno fondamentali e la ripresa economica dell’Eurozona sarà un fattore chiave per determinare la risalita dell’euro o il suo crollo sotto la parità.
Banche centrali a confronto: FED e BCE
La Banca Centrale Europea, con la guida di Mario Draghi, sta proseguendo nella sua politica monetaria espansiva che immette liquidità a sostegno dell’economia dell’Eurozona. Al fine di migliorare l’inflazione nell’area euro, la BCE ha prolungato la durata del suo QE fino al marzo 2017. Non è escluso che possa avere luogo anche un aumento dell’intensità del programma, per questo sarà importante valutarne i benefici sull’economia reale nel corso del 2016.
La Federal Reserve di Janet Yellen, al contrario, ha appena iniziato una politica monetaria restrittiva con il recente aumento del tasso d’interesse. Le decisioni della FED dipenderanno molto dagli effetti delle sue mosse sul panorama internazionale, si teme che un repentino aumento del tasso possa avere effetti devastanti sulle economie emergenti e, pertanto, la stretta potrebbe avvenire molto lentamente o addirittura essere sospesa.
Economie a confronto: la ripresa economica un fattore chiave
La ripresa economica negli Stati Uniti è ormai una realtà e il motore americano ha ricominciato a girare nella maniera giusta. Nell’Eurozona la situazione è differente e varia da un Paese membro all’altro, eppure i primi importanti segnali incoraggianti si sono avuti e questo potrebbe avere grandi ripercussioni sulle oscillazioni del cambio euro-dollaro: dati macroeconomici positivi dall’area euro ridarebbero forza alla moneta unica sia in maniera diretta, sia in maniera indiretta, allontanando l’ipotesi di una più massiccia immissione di liquidità da parte della BCE.
Analisi tecnica di lungo periodo: cosa aspettarsi da EUR/USD?
Studiando il grafico di euro-dollaro con timeframe mensile, emerge che il trend negativo iniziato nel luglio 2008 ha raggiunto un punto chiave all’impatto con la trend-line di lunghissimo periodo che unisce i minimi di ottobre 2000, giugno 2001 e dicembre 2015. Da qui, la quotazione potrebbe ripartire per il target di 1.1800 e raggiungere addirittura il livello di 1.2650, che è anche il 61.8% del ritracciamento di Fibonacci costruito sull’ultima grande discesa di EUR/USD. Rimbalzi più forti appaiono poco probabili, almeno per il momento, ma l’anno sarà lungo e grandi cambiamenti non si possono escludere. Un diverso scenario prevede ancora un anno dominato dal dollaro: sia nel 2014 che nel 2015 il cambio EUR/USD ha perso più del 10% del suo valore, un 2016 simile potrebbe far scendere la quotazione della major fino ai livelli di 1.0100 e 0.9400, al di sotto della parità.
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