Ieri si è dimesso il premier greco George Papandreou per far posto a un governo di unità nazionale. Il favorito per la successione è ora l’ex vice-presidente della BCE, Lucas Demetrios Papademos, ma si fanno anche i nomi di Stavros Dimas e Petros Molyviatis. Venerdì Wall Street ha chiuso in calo, dopo che le borse europee avevano mostrato forti flessioni. Oggi è attesa la riunione dell’Eurogruppo (ore 18), mentre in agenda non ci sono molti dati macroeconomici rilevanti.
Sul Forex l’euro è stato venduto sui mercati asiatici tanto che il cross EUR/USD, respinto con decisione sulla resistenza di 1.3870, è tornato in area 1.3750. La debolezza della moneta unica europea potrebbe accentuarsi in caso di apertura negativa dei futures del vecchio continente e soprattutto se gli indici azionari dovessero proseguire in calo in questa prima parte della seduta, in attesa dell’apertura delle contrattazioni a Wall Street. Un’eventuale ripresa del cambio dipende dalla capacità dei prezzi di superare un’area di resistenza che spesso ha impedito l’ascesa delle quotazioni, cioè 1.3820-30. In caso di esito negativo, le probabilità di discesa aumenterebbero a vista d’occhio con obiettivo di breve periodo tra 1.3650 e 1.36. Più o meno stesso discorso per il cambio EUR/JPY: i prezzi, in caso di breakout deciso di area 108.20-30, dovrebbero riprendere quota e rivedere velocemente area 109 – 109.20, ma in caso di negatività il primo target è compreso tra 106.80 e 106.50.
Sul Forex resta tonica la sterlina che contro il dollaro è ancora sopra quota 1.60. Tuttavia, qui troviamo la presenza di una forte resistenza tra 1.6070 e 1.6080 che non sembra ffatto semplice da superare. In caso di sentiment negativo, anche il cable dovrebbero ad ogni modo perdere terreno e tornare almeno in area 1.59 o raggiungere direttamente l’area di supporto giornaliera di 1.5870. Tra le commodity molto bene l’oro che supera 1770$ l’oncia, mentre il petrolio Wti resta in area 94.5$ al barile.
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