La riunione del G-7 finanziario, tenutasi nel week-end nella contea inglese del Buckinghamshire, ha visto i ministri finanziari mantenere un approccio prudente su quella che viene ormai definita "guerra delle valute", dopo che il Giappone ha messo in campo una politica di stimoli monetari senza precedenti che sta provocando una clamorosa svalutazione dello yen. I toni restano ancora molto pacati, ma sono evidenti i primi segnali di nervosismo dei partner occidentali, che vedono nel robusto deprezzamento dello yen un modo per trarre vantaggio nella competizione del commercio internazionale.
Alla fine i ministri finanziari si sono limitati a chiedere al Giappone di non esagerare sul cambio, proprio mentre il cross dollaro/yen sfonda quota 100 spingendosi fin sopra 102 ai massimi da fine ottobre 2008. Da metà novembre scorso, ovvero quando iniziò il crollo dello yen, il cambio ha guadagnaato più del 27%. Jack Lew, segretario al Tesoro Usa, ha dichiarato che il Giappone non deve utilizzare gli stimoli monetari per ottenere un vantaggio sul cambio. Wolfgang Schaeuble, ministro delle Finanze tedesco, ha rincarato la dose affermando che i cambi non devono diventare un mezzo per accelerare la crescita economica.
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