Ieri è stata una giornata molto importante per il destino politico dell’Italia. Alla Camera non c’è più la maggioranza e lo si è visto nel corso della votazione del Rendiconto Generale dello Stato: 308 favorevoli e 321 non votanti. Preso atto di questa situazione, il premier Berlusconi si è recato al Quirinale dal presidente Giorgio Napolitano, al quale ha manifestato la volontà di fornire risposte adeguate alle richieste dell’Europa approvando la legge di stabilità ma subito dopo procederà a rimettere il suo mandato proprio nelle mani del capo dello stato. Ancora alta la tensione sui Btp: il biennale paga il 6,38%, il quinquennale il 6,87%. Lo spread con il Bund ha superato i 500 punti base. Il Commissario Ue agli affari economici, Olli Rehn, ha definito la situazione economica dell’Italia “drammatica”. Intanto, oggi inizia la missione di Ue e Fmi a Roma.
Ieri Wall Street ha chiuso in positivo con l’indice S&P500 in rialzo dell’1,17%. Bene anche le borse europee. Sul Forex l’euro è stato nuovamente respinto sulle resistenze di breve periodo: il cross EUR/USD ha raggiunto nella notte un top intraday a 1.3858, poco sotto la resistenza di 1.3870. Tuttavia, i prezzi non hanno avuto la forza di effettuare il breakout decisivo e ciò fa pensare che siamo al cospetto di una fase di distribuzione che potrebbe risolversi a breve con il ripristino del trend ribassista di medio periodo. Attualmente siamo in area 1.38, per cui non ci sono ancora le condizioni per definire preoccupante il quadro tecnico. Tuttavia, nelle prossime ore potremmo saperne di più magari in caso di esplosione della volatilità di breve periodo. Resta poco sopra 107 il cambio EUR/JPY, non lontano dal supportone di area 106.50.
Sul Forex ieri la sterlina ha tentato la fuga contro dollaro, ma il cable ha fermato la sua marcia rialzista in area 1.6130 senza riuscire ad effettuare il test di area 1.6160-70. Anche qui potremmo essere dinanzi ad un’ampia fase di distribuzione che poi dovrebbe premiare il dollaro. Tra le commodity in difficoltà anche l’oro dopo il superamento della quota psicologica di 1800$ l’oncia. I prezzi sono stati respinti e ora si muovono in area 1785$/oz. Non si ferma, invece, la corsa del petrolio Wti che ha anche superato 97$ al barile.
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