Il tasso di cambio euro-dollaro continua a muoversi lateralmente tra area 1,36 e 1,3480 senza offrire grossi segnali operativi. Da un punto di vista tecnico, da qualche giorno il trend rialzista di breve-medio periodo ha subito una frenata ma non ci sono segnali di inversione della tendenza tali da far pensare a una forte discesa del cambio nelle prossime sedute. Ieri i prezzi si sono fermati poco sotto 1,36 e a questo punto potrebbero tentare l’assalto decisivo a questa resistenza, per poi andare a effettuare il test dei top di periodo di 1,3645 toccati il 3 ottobre.
I supporti di breve termine, posti tra 1,35 e 1,3480, hanno finora retto bene alla poco convinta pressione dei venditori ma in caso di breakout esplosivo ribassista potrebbe avvenire un movimento bearish fino a 1,34 prima e 1,3320 poi. Tuttavia, l’ipotesi di un proseguimento del bullish trend appare al momento più probabile. In caso di breakout deciso della resistenza di 1,36, i prezzi dovrebbero salire subito fino a 1,3650 e poi tentare un assalto ai top dell’anno posti a 1,3710. In giornata occhio ad alcuni market mover, che potrebbero influenzare l’andamento del cambio.
In particolare è da seguire la comunicazione dell’indice ZEW tedesco, ma anche le notizie provenienti dagli Stati Uniti sullo shutdown e l’aumento del tetto al debito pubblico. Infatti, secondo indiscrezioni di stampa, potrebbe esserci l’annuncio di un accordo-ponte tra repubblicani e democratici già entro la giornata odierna. L’accordo potrebbe far aumentare l’appetito per il rischio sui mercati e favorire un forte allungo del cambio euro-dollaro verso le resistenze di 1,3650 prima e 1,3710 poi.
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