Ci sono due eventi a breve termine sui quali il mercato dovrebbe concentrasi: l’incontro del Comitato federale del mercato aperto (FOMC) dell’11 Dicembre e il Fiscal Cliff.
1) Il Comitato federale del mercato aperto dell’11 Dicembre: credo che ci sia una buona possibilità che vedremo un cambiamento nel modus operandum da parte della Federal Reserve, in quanto adotterà le proposte secondo cui i futuri cambiamenti di politica monetaria dovrebbero essere collegati a obiettivi economici futuri. Il presupposto è che la nuova metodologia sarà utilizzata per mantenere la politica monetaria più flessibile e più a lungo.
2) Fiscal cliff: Credo che un compromesso sarà facilmente concordabile per il semplice motivo che il Partito Repubblicano è completamente demoralizzato a seguito dei risultati delle elezioni e gli schiaccianti dati contenuti in esso. Il Partito Repubblicano ha perso terreno massiccio e l’ultima cosa che vorrebbe fare è essere ulteriormente alienato per essere stata la causa della recessione innescata dal fiscal cliff.
Quindi, o i Repubblicani non avranno la forza per affrontare un’altra battaglia oppure saranno pronti ad occupare più di metà-campo. Presi insieme, questi due sviluppi probabilmente giustificano un dollaro leggermente più debole; se sembrava davvero che l’economia degli Stati Uniti sarebbe stata colpita da un intero fiscal cliff (dal 4 al 5% del Pil), allora i mercati azionari cadrebbero precipitosamente e forse paradossalmente il dollaro potrebbe essere visto come un rifugio sicuro.
Agitazione sociale e politica in Europa
La più importante sfida di medio termine è probabilmente l’agitazione sociale e politica dell’Europa, che a mio parere costringerà entro sei mesi le nazioni più ricche dell’Eurozona a scegliere tra due opzioni: o trasferire ulteriori fondi alla periferia o consentire una riduzione dei membri dell’Eurozona. Ma per adesso la magia del presidente della Bce Mario Draghi sta funzionando. Le manifestazioni in strada vanno e vengono, e l’austerità stringe lentamente la sua morza, consentendo così ai mercati di godere della calma prima della tempesta.
La forza del dollaro sulla geopolitica?
L’altro fattore che potrebbe portare alla forza del dollaro è la geopolitca, sia nei mari del Sud della Cina che in Medio Oriente. Mentre scommetterei su pochissime possibilità (10%) di uno scoppio militare in Asia a causa delle pretese territoriali della Cina, temo che le probabilità di un’invasione israeliana dell’Iran siano diventate molto più grandi ora che le elezioni americane sono alle spalle (forse un 40% di probabilità nei prossimi tre mesi). A seconda del suo campo di applicazione, il successo e le reazioni degli stati confinanti, questo potrebbe avere un significativo effetto positivo sul dollaro.
Traduzione italiana a cura di Erika Di Dio. Fonte: Tradingfloor
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