Fiscal Cliff: sarà la recessione USA? Obama può cambiare l’America?

Federica Agostini

14 Dicembre 2012 - 14:13

Fiscal Cliff: sarà la recessione USA? Obama può cambiare l’America?

Il The Economist di questa settimana dedica la copertina al Fiscal Cliff e alla minaccia di recessione che incombe per l’economia degli Stati Uniti. Titola così: "Economia Americana, verso il precipizio?" un editoriale che racconta il fiscal cliff ed i suoi possibili effetti sull’economia di tutto il mondo sottolineando come il Presidente Obama abbia ora la possibilità di cambiare l’America.

Economia USA: verso il fiscal cliff?

Il Governatore della Federal Reserve, Ben Bernanke non è famoso per i suoi giri di parole, ma l’espressione "fiscal cliff" - da lui coniata per descrivere l’aumento delle tasse e di tagli alle spese che spingeranno l’economia USA verso la recessione nel 2013- ha fatto il giro del mondo, ispirando finanche canzoni satiriche che spopolano su youtube.

Ma oltre alle canzoni, ci sono conseguenze ben più serie: l’ombra del fiscal cliff ha messo a dura prova gli investimenti nelle aziende private e la fiducia dei consumatori è cominciata a venir meno. La politica e l’economia di tutto il mondo rischia di rimanere in ginocchio, così anche la banca centrale dell’Australia taglia i tassi di interesse, citando il fiscal cliff tra le cause dei timori.

Le paure sono comprensibili, ma anche talvolta esagerate: nei termini del breve periodo, i rischi di "catastrofe economica" sono in realtà minimi rispetto alla minaccia vera -che sarà poi la grande opportunità di Obama- che giace tra il medio ed il lungo termine.

Recessione USA: dal breve al lungo termine?

Se la classe politica non sarà in grado di raggiungere un accordo, l’America vivrà nel 2013 una stretta pari al 5% del PIL. Ci vorrebbero pochi mesi perché il paese entrasse in piena recessione. Insomma, un mancato accordo tra Obama ed il Congresso porterebbe quanto prima ad un vero e proprio disastro perché il Governo Federale potrebbe non essere più in grado di pagare i suoi debiti. Il rischio di un default auto-indotto dell’America, in proporzione, fa sembrare minimo l’effetto del fiscal cliff.

Proprio perché queste conseguenze sarebbero disastrose sul lungo periodo è praticamente certo che tra la fine di dicembre ed i primi del 2013, tra Repubblicani e Democratici si raggiungerà un accordo che eviti l’aumento delle tasse e riduca i tagli, innalzando un poco il debito. Se la soluzione sta nel mezzo: i Repubblicani accetteranno che siano gli Americani più ricchi a pagare più tasse.

America: questioni spinose

Tuttavia, ci sono altre due importanti questioni che riguardano l’America e che devono spaventare. La prima, riguarda i dettagli del possibile accordo: nel 2013 è possibile che l’America viva un periodo di grandi strette fiscali ("fiscal-squeeze"). La seconda, ancor più importante della prima, riguarda i programmi assistenziali che rappresentano una vera e propria sfida: pensioni e assistenza sanitaria sono i temi caldi della fiscalità americana.

L’America ha la possibilità non soltanto di rinforzare le proprie finanze, ma anche di migliorare il sistema politico così polarizzato che diventa a volte di ostacolo. I Repubblicani credono fermamente che l’aumento delle tasse sia un danno all’economia: dal 1990 nessun repubblicano ha votato per l’aumento delle tasse in America. I Democratici, d’altra parte, venerano il sistema sanitario e gli schemi pensionistici previdenziali.

Dallo stand-off al cambiamento?

Dall’inizio della crisi, lo stand-off politico americano ha dato vita ad una politica fiscale sempre più improntata al breve termine. Gli Stati uniti hanno trattenuto la recessione con stimoli monetari e supportato la ripresa economica con una politica fiscale allentata.

Ora, per preservare il recupero ed evitare la recessione sarebbe bene che la classe politica si concentrasse sul lungo termine: sulle riforme strutturali necessarie a cambiare il sistema, piuttosto che sui tagli a breve termine.

Obama può cambiare l’America?

In questo quadro, Obama ha la grande opportunità di portare avanti il cambiamento: la ri-elezione del Presidente e la minaccia del fiscal cliff costringe il partito Repubblicano a mostrare una nuova flessibilità nei confronti degli aumenti delle tasse. Questa vittoria dà ad Obama una grande opportunità per forzare e spingere verso il radicali innovazioni: da una minore indicizzazione dei pagamenti pensionistici ad un sistema più rigido per il controllo del reddito nell’accesso al servizio sanitario, Obama può davvero cambiare l’aspetto fiscale dell’America sul lungo termine.
Purtroppo finora il Presidente USA ha mostrato scarsa propensione su questo fronte, continuando a ribadire come le pensioni ed i sistemi previdenziali siano intoccabili.

Si dice che Obama voglia non soltanto evitare il fiscal cliff, ma anche riportare il sistema fiscale Americano sulla via della sostenibilità. L’accordo è a portata di mano, Obama dovrebbe approfittarne.

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