Torna a far parlare di sé la Finlandia. Da Helsinki, dove i rappresentanti del paese si sono riuniti insieme a quelli tedeschi e olandesi, principali alleati nell’eurozona, arriva lo stop agli aiuti per Spagna e Irlanda.
La Finlandia ha fatto importanti passi indietro rispetto a un accordo recentemente preso tra gli stati dell’UE, che avrebbe estinto miliardi di euro di debiti contratti da Spagna e Irlanda per salvare i rispettivi sistemi bancari.
Le motivazioni dietro al no finlandese
Dopo la riunione di Helsinki, il ministro delle finanze finlandese Jutta Urpilainen, sostentuta dal tedesco Wolfgang Schäuble e dall’olandese Jan Kees de Jager, ha rivelato come un piano per rimuovere gli asset tossici bancari dalle nazioni in difficoltà nell’eurozona, non farebbe parte della giusta politica di gestione delle problematiche precedenti all’unificazione europea, su cui dovrebbe vigilare l’UE.
Si è trattato di un chiaro riferimento agli effetti disastrosi che il piano di salvataggio delle banche irlandesi, dal valore di 64 miliardi di euro, ha avuto sulle banche europee.
Per quanto non siano ancora state chiarite le nuove caratteristiche dei piani di salvataggio attualmente previsti, ci si interroga se uno schema sia effettivamente attuabile per quelle banche spagnole particolarmente deboli, che avranno bisogno di aiuto già a partire dal mese di novembre.
La questione spinosa è come distribuire le perdite esistenti prima di passare ad un sistema che comporta una maggiore ripartizione degli oneri", ha detto Mujtaba Rahman, un analista europea presso il Gruppo Eurasia.
Venerdì, Madrid rivelerà le proprie esigenze di finanziamento per il settore bancario nazionale, aiutando a capire quanti dei 100 miliardi di euro previsti dal fondo, dovranno essere utilizzati per aiutare gli spagnoli.
Il bisogno dichiarato da Irlanda e Spagna, di immettere miliardi per salvare il proprio settore bancario, aveva convinto anche le nazioni più prudenti e restie nell’eurozona sulla necessità della costituzione di un fondo salva stati.
La Germania e la questione del supervisore bancario
La Spagna inizialmente ricapitalizzerà le banche attraverso fondi provenienti dal governo di Madrid. Solo in un secondo momento, farà affidamento all’ESM.
Tutto questo accade perché la Germania ha insistito sulla necessità di eleggere un supervisore unico per il blocco bancario, che i funzionari dell’Unione Europea, speravano di poter indicare prima della fine dell’anno.
Nelle sue dichiarazioni di martedì, Berlino ha affermato che le ricapitalizzazioni attravero l’ESM non possono avvenire fino a quando il supervisore non è stato stabilito e la sua efficacia non è stata determinata. Questi termini appaiono molto più esigenti di quanto non fosse stato concordato nel mese di giugno.
Si tratta di un segno: Finlandia, Germania e Olanda, vorrebbero escludere il regime di ricapitalizzazione a tempo indeterminato.
"L’ESM si assume la responsabilità diretta dei problemi che si verificano sotto il controllo del nuovo, ma tutto quanto è accaduto prima, il cosìddetto legacy asset, dovrebbe essere sotto la responsabilità delle autorità nazionali", hanno detto in una dichiarazione congiunta, i tre ministri delle finanze.
Piccata la risposta irlandese, che ha chiarito come le dichiarazioni provengano solamente da 3 memrbi dell’Unione sui 17 che legiferano, non trattandosi quindi di una maggioranza.
Il rigore di Finlandia, Germania e Olanda torna a frenare l’entusiasmo europeo. Si riuscirà a trovare un accordo?
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