Il giornale inglese esprime i propri dubbi sulle azioni del Presidente della Repubblica Napolitano. La nomina di Mario Monti potrebbe essere stata "un abuso di potere"
In un articolo pubblicato poche ore fa, il Financial Times torna indietro di due anni. E con precisione a quell’estate del 2011 in cui nel nostro Paese, ormai devastato dalla crisi, si decise che qualcosa doveva cambiare, che “alcune teste dovevano saltare”. Di lì a poco, Silvio Berlusconi salì al Colle per rassegnare le dimissione e al suo posto si insediò il Governo tecnico guidato da Mario Monti.
Il giornale inglese inserisce nella vicenda anche il magnate Carlo De Benedetti, editore di Repubblica e grande amico dell’ex Presidente del Consiglio.
De Benedetti e Monti si incontrarono in Svizzera, paese in cui l’ingegnere passa gran parte delle sue vacanze. Nell’estate del 2011 i due ebbero un colloquio sulle sorti dell’Italia:
Mario mi chiese se potevamo incontrarci e io scelsi una tipica trattoria svedese, poco fuori St.Moritz, per cenare insieme. Ma all’ultimo minuto mi disse che voleva parlarmi in primato e io risposi “certo, fermati a casa mia prima della cena”. Lui arrivò”. – Racconta De Benedetti. – “E fu allora che mi disse che il Presidente della Repubblica, Napolitano, voleva chiedergli di diventare Primo Ministro, e mi chiese qualche consiglio”.
Queste le parole di De Benedetti, riportate dal Financial Times. Il giornale sottolinea come l’offerta di Napolitano sia oggi in Italia, al centro di un serio dibattito sulla legittimità.
In quel momento il Presidente stava pianificando di rimpiazzare il premier eletto Berlusconi con il tecnocrate non eletto Monti – mesi prima dell’eventuale passaggio di poteri che si verificò in novembre- acuendo così le preoccupazioni sui ripetuti e forzati interventi nella politica di Napolitano. Il suo ruolo fuori misura sin dallo scoppio della crisi ha suscitato multi interrogativi sul fatto che egli abbia allargato i suoi poteri costituzionali fino al limite- o anche oltre.
Dopo aver ripercorso le tappe più significative di quei mesi, il Financial Times ricorda il 12 novembre, giorno in cui Silvio Berlusconi rassegnò le proprie dimissioni da Presidente del Consiglio. Il giorno dopo Monti prese il suo posto e in 72 ore venne formato il Governo.
Il quotidiano anglosassone si sofferma poi sulla Costituzione italiana, evidenziando che:
L’Italia non è una Repubblica presidenziale come la Francia, è una Repubblica parlamentare. Pianificare in privato, sebbene essa sia una misura d’emergenza, di nominare un nuovo primo ministro quando una maggioranza parlamentare è ancora in carica può essere un’azione prudente e responsabile per un Capo dello Stato, ma non è fra i poteri assegnatigli dalla Costituzione, anche se c’è una crisi finanziaria come quella dell’estate del 2011.
Insomma il dibattito sul Presidente della Repubblica ha valicato i confine nazionali. Ripercorrendo quei mesi il Financial Times conferma i dubbi che molti esponenti politici, grillini in primis, hanno espresso nelle ultime ore. Il Presidente è “andato oltre” i suoi poteri?
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