Fiat ha firmato l’accordo per il contratto di lavoro di circa 86mila dipendenti del Lingotto. L’intesa raggiunta tra il gruppo Fiat e i sindacati, dopo oltre sette mesi di incontri e dibattiti, è valido da febbario 2013 e scadrà a fine anno. Alla trattativa hanno partecipato tutti i sindacati che hanno sottoscritto i precedenti accordi, e la Fiat si è detta soddisfatta per il raggiungimento dell’intesa nonostante le difficoltà a livello internazionale. “Siamo riusciti a raggiungere un accordo che porta benefici retributivi agli 80mila dipendenti in italia, nonostante le difficoltà complessive dei mercati internazionali”, il commento del Lingotto.
L’accordo
Il nuovo contratto di lavoro dei dipendenti Fiat prevede un aumento mensile di 40 euro lordi sui minimi contrattuali che verrà calcolata a partire dal mese di febbraio. In questo modo a fine 2013 l’aumento complessivo lordo sarà di 480 euro, 25 euro lordi in più dell’aumento previsto dal contratto di Federmeccanica che si applica a tutti i metalmeccanici italiani tranne che ai dipendenti Fiat.
L’accordo prevede anche un premio di produttività di 120 euro lordi mensili pagato sulla base della presenza in fabbrica del dipendente. Saranno esclusi dalla penalizzazione per le assenze, i ricoveri ospedalieri, le assenze per infortunio, le maternità e i periodi di allattamento. Non saranno invece escluse dal calcolo le assenze per cassa integrazione; questo rende quindi solo teorico tale premio, dal momento che per il 2013, non è previsto il ritorno alla piena attività produttiva degli stabilimenti.
Bene il titolo a Piazza Affari
Giornata positiva per il titolo Fiat che chiude la seduta a Piazza Affari con un +5,48%. Il titolo è rimasto in asta di volatilità per una ventina di minuti, poi è rientrato in contrattazione avanzando dell’ 8%. Nel corso della seduta Fiat ha toccato anche punte intorno al 10% con scambi per 17 milioni di pezzi, pari all’1,35% del capitale.
Questo è dovuto, oltre che alla firma del contratto alla prospettiva di una ammissione nel gruppo dei titoli cosiddetti catch-up, ossia da cogliere al volo.
La fusione con Chrysler
Continua il piano per la completa acquisizione da parte di Fiat della statunitense Chrysler. Al momento l’unico ostacolo è rappresentato dal mancato accordo con il fondo Veba per l’acquisizione del 41,5% della casa di Detroit. Marchionne annuncia che: “se sarà raggiunta un’intesa l’operazione potrebbe essere tecnicamente varata già entro quest’anno”.
L’obiettivo a cui punta il manager di Fiat è la fusione con Chrysler, ma la trattativa con il Veba si sta protraendo più del previsto creando non pochi problemi al manager italocanadese. Si deve ancora aspettare la decisione del tribunale del Delaware per quanto riguarda il prezzo delle quote su cui Fiat ha un’opzione, e intanto il Veba ha chiesto di avviare la registrazione della quota che detiene in Chrysler in vista di una eventuale Ipo.
Marchionne esclude che la trattativa possa risolversi con un accordo analogo a quello per la fusione tra Fiat Industrial e Cnh, pagando cioè il Veba in azioni Fiat: “Non credo che accetterebbero azioni di un’azienda quotata in Europa”, conclude il manager.
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