Fiat: Piazza affari boccia il piano industriale. Ecco le tre ragioni del crollo in borsa

Marta Panicucci

7 Maggio 2014 - 11:13

Ieri la presentazione del piano industriale di Fiat e Chrysler, questa mattina il crollo a Piazza affari. A pesare sul titolo anche il giudizio di Mediobanca e i conti del trimestre

Fiat: Piazza affari boccia il piano industriale. Ecco le tre ragioni del crollo in borsa

Seduta da dimenticare a piazza affari per Fiat. O almeno per il momento quando il listino del Lingotto sta cedendo oltre 8 punti percentuali e trascina al ribasso anche Exor la holding della famiglia Agnelli. Il mercato sembra non aver apprezzato il piano industriale presentato ieri con un grande evento dall’ad Sergio Marchionne.

Il titolo Fiat in apertura di seduta ha faticato a fare prezzo; quando finalmente le azioni sono entrate negli scambi, i monitor degli operatori segnano un calo vicino ai sette punti percentuali che continua a scendere superando l’8%. Anche la holding Exor, è trascinata al ribasso dall’andamento della principale controllata cedendo quasi 3 punti percentuali.

La reazione negativa degli investitori può essere attribuita a tre cause principali.

Il piano industriale
Prima causa del crollo di Fiat potrebbe essere il piano industriale che, nonostante la presentazione in pompa magna, non ha convinto gli investitori. L’obiettivo per i prossimi 4 anni è molto ambizioso: prevede di incrementare le vendite da 4,4 a 6 milioni di unità.

Marchionne ha messo sul piatto 5 miliardi di euro per il rilancio dell’Alfa che vedrà la nascita di 8 nuovi modelli. Ma già da ieri si mormorava intorno alle difficoltà per reperire una tale cifra per il rispolvero del brand. Inoltre il target di vendita fissato per la Jeep è molto alto: nel 2013 sono state vendute 732mila nuove Jeep, ma la Fiat ha come obiettivo l’aumento del 160% arrivando così a quota 1,9 milioni di unità. Al termine del piano il gruppo dovrebbe vantare un ebit in crescita di quasi tre volte a 9 miliardi e un utile netto di circa 5 miliardi.

Gli analisti forse si aspettavano target più bassi, ma certamente avrebbero apprezzato maggiori informazioni e più dettagli sulla strategia per il raggiungimento di tali obiettivi.

Conti trimestre
A pesare come un macigno sul titolo Fiat a piazza affari sono arrivati questa mattina anche i dati sul primo trimestre del 2014. Nei primi mesi del nuovo anno Fiat ha registrato una perdita netta di 319 milioni di euro, che si confronta con l’utile netto di 31 milioni del 2013.

Sui dati del primo trimestre dell’anno ha certamente pesato l’accordo con Uaw, il sindacato che attraverso il fondo Veba deteneva la quota di Chrysler mancante a Fiat, siglato dalla casa americana il 21 gennaio e la svalutazione del Bolivar Venezuelano. Senza questi due fattori negativi, fanno sapere da Fiat, il risultato netto sarebbe positivo per 71 milioni.

Giudizio Mediobanca
La prima banca ad intercettare il sentiment degli analisti è stata Mediobanca che ha subito abbassato il giudizio su Fiat. Gli analisti di Mediobanca infatti, dopo il piano hanno abbassato il loro rating sul Lingotto a "neutral" dal precedente "outperfm".

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