"Tutti i lavoratori dello stabilimento verranno riassorbiti" questo il piano Fiat per Mirafiori. A confermarlo nel corso di un’intervista rilasciata al Financial Times è l’a.d. Fiat Sergio Marchionne. La Fiat ha pensato ad un piano ad hoc per lo stabilimento di Mirafiori: è stato stanziato un investimento per la produzione di una nuova vettura che arriverà sul mercato nel 2015.
Secondo Marchionne: "abbiamo un disperato bisogno di suv" e così il modello in via di produzione sarà un nuovo suv Maserati insieme ad un’altra vettura ad esso complementare.
Produzione Alfa Romeo solo in Italia
Sempre nel corso dell’intervista rilasciata al giornale statunitense Marchionne respinge l’ipotesi che Fiat sposti fuori dai confini italiani la produzione di Alfa Romeo.
Le voci sullo spostamento della produzione si erano diffuse a partire da una dichiarazione di Marchionne rilasciata nel luglio scorso. L’a.d. Fiat aveva definito l’Italia un paese "impossibile per fare industria", sottolineando "alternative necessarie per realizzare le Alfa ovunque nel mondo".
Fiat quindi fa un passo indietro e il suo a.d. assicura: "non le costruiremo fuori dall’Italia. Può darsi che sia il prossimo Ceo a dare l’ordine, ma non sarò io."
Fusione con Chrysler e quotazione in borsa
Intanto continua la battaglia con il fondo Veba per stabilire il prezzo delle azioni di Chrysler detenute dal fondo e mancanti a Fiat per l’acquisizione dell’azienda statunitense. Marchionne al Financial Times svela:
Saremo pronti a presentare i documenti per l’Ipo Chrysler nella terza settimana di questo mese. Abbiamo bisogno attraverso la quotazione di determinare il valore di Chrysler
La mossa di Fiat ha un doppio scopo: da una parte sciogliere il nodo del prezzo delle azioni e trovare un accordo con il fondo di proprietà dei sindacati; e dall’altra quella di reperire nuove risorse.
La battaglia con il fondo Veba va avanti da mesi, anzi da anni, da quel 2009, anno in cui Fiat e fondo Veba firmarono un accordo per stabilire le modalità con cui avrebbero calcolato il prezzo futuro delle azioni. Nonostante l’accordo le parti non riescono a riconoscere uno stesso prezzo per le azioni Chrysler. Secondo Marchionne Veba deve rivedere le proprie stime al ribasso visto le aspettative "eccezionalmente alte e anomale".
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