Family Day alle porte, ma l’UE sollecita: “L’Italia dica sì alle unioni civili per coppie gay”

Laura Botti

26 Gennaio 2016 - 19:00

L’Unione Europea ha sollecitato l’Italia a riconoscere le unioni civili tra persone delle stesso sesso mentre al Family Day previsto per sabato si manifesterà contro il ddl Cirinnà. Quale sarà l’epilogo?

Family Day alle porte, ma l’UE sollecita: “L’Italia dica sì alle unioni civili per coppie gay”

Nella settimana del Family Day , l’Unione Europea torna a chiedere all’Italia il riconoscimento delle unioni civili tra persone dello stesso sesso. Questa volta è il segretario generale del Consiglio d’Europa, Thorbjorn Jagland, a fare pressioni in materia di unioni civili. “Incoraggio l’Italia a garantire il riconoscimento legale alle coppie dello stesso sesso", ha scritto Jagland sul suo profilo Twitter.

Nel frattempo il gruppo pd al Senato ha votato all’unanimità l’impianto generale del ddl Cirinnà sulle unioni civili che approderà a Palazzo Madama il 28 gennaio. Tuttavia il capogruppo dem Luigi Zanda ha già annunciato una nuova riunione per martedì 2 febbraio in cui la presidenza del gruppo comunicherà su quali emendamenti sarà ammessa la libertà di coscienza.

Il disegno di legge dunque per ora è salvo ma tra il Family Day previsto per sabato e le future discussioni in aula è possibile ipotizzare che subirà ben presto delle modifiche.

Unioni civili: i solleciti europei e internazionali

L’Italia è stata più volte sollecitata, sia dagli organismi comunitari che da quelli internazionali, ad attuare la normativa in materia di unioni civili. Nel 2014 il Consiglio dei diritti umani dell’Onu aveva rivolto al nostro Paese la raccomandazione di adottare la legislazione necessaria sul tema per combattere la discriminazione e la violenza basate sull’orientamento sessuale e l’identità di genere e per assicurare eguali diritti alle persone lesbiche, omosessuali, bisessuali e transgender (lgbt).

Nel settembre 2015 il Parlamento europeo aveva invece inserito nel rapporto sulla Situazione dei diritti fondamentali nella Ue la richiesta, rivolta a nove Stati membri tra cui l’Italia, di “considerare la possibilità di offrire” alle coppie omosessuali istituzioni giuridiche come “la coabitazione, le unioni di fatto registrate e il matrimonio”.

In risposta alle sollecitazioni l’Italia si è sempre assunta l’impegno di prendere misure concrete sul tema delle unioni civili. Tuttavia ancora nessun provvedimento è stato approvato e vi è il rischio che il ddl Cirinnà non otterrà la maggioranza dei voti.

Unioni civili: in quali paesi sono riconosciute?

Quanto sono diffuse oggi le unioni civili nel mondo? Su 196 solo 20 paesi hanno legalizzato il matrimonio tra persone dello stesso sesso attraverso leggi che, ad eccezione di Olanda, Belgio e Sudafrica, sono state approvate dopo il 2009.

Tuttavia, se consideriamo Se consideriamo anche le unioni civili denominate, a seconda della legislazione e con varie differenze, “civil union”, “registered partnership” o “civil partnership”, i paesi in cui è attiva una qualche forma di regolamentazione per le coppie di fatto omosessuali sono 43.

Il primo matrimonio omosessuale è stato approvato in Olanda nel 2000, cui hanno fatto seguito il Belgio nel 2003, Canada e Spagna nel 2005, Sudafrica nel 2006, Norvegia e parte del Messico nel 2009, Argentina, Islanda, Portogallo nel 2010, Danimarca nel 2012, Brasile, Uruguay, Francia, Regno Unito e Nuova Zelanda nel 2013, Lussemburgo, Finlandia e Scozia nel 2014 e Usa e Irlanda nel 2015.

Accesso completo a tutti gli articoli di Money.it

A partire da
€ 9.90 al mese

Abbonati ora

Iscriviti a Money.it