Facebook e marketing online: lente d’ingrandimento sui «mi piace»

Francesco Oliva

20 Settembre 2015 - 12:09

condividi

Dal prossimo mese di ottobre Facebook inizierà a conteggiare i «mi piace» e le condivisioni a fini pubblicitari. Privacy a rischio?

Facebook e marketing online: lente d’ingrandimento sui «mi piace»

A partire dal mese prossimo Facebook inizierà a rendicontare i like e le condivisioni a fini pubblicitari. Lo scopo di Facebook è tracciare i dati di navigazione degli utenti al fine di offrire inserzioni video e banner pubblicitari mirati.
Contemporaneamente Apple, con il nuovo sistema operativo iOs9, ha introdotto il supporto per i software che limitano o impediscono la visualizzazione della pubblicità sul browser Safari. Mossa che danneggia soprattutto gli editori, Google in particolare.

Sfida della pubblicità: Facebook inizierà a rendicontare i like e le condivisioni

Naturalmente le mosse di Apple e Facebook non sono casuali.
Apple ha introdotto un sistema operativo che, consentendo l’uso di app limitative delle pubblicità, danneggiano i grandi editori. Il danno maggiore è quello di Google, re della pubblicità sul web.
Facebook si è inserito perfettamente in questo contesto e mira ad assorbire tutti gli inserzionisti che, spaventati dai limiti imposti da Apple, saranno maggiormente spinti ad investire su Facebook.
Per correttezza di informazione occorre però sottolineare come Facebook sia in grado di rendicontare i dati degli utenti sin dal 2010. Per essere tracciati sul social non è neanche necessario cliccare su «mi piace» o condividere, ma è sufficiente visitare una pagina che abbia questi tasti.
La novità di oggi è che questa raccolta di dati verrà utilizzata a fini pubblicitari.

Facebook e marketing pubblicitario: la privacy verrà sempre garantita?

Posto che Facebook è in grado di raccogliere i dati degli utenti, oggi anche per fini pubblicitari, la questione si sposta ora sulla privacy.
Secondo l’Electronic Frontier Foundation (EFF), una delle maggiori associazioni in difesa degli utenti digitali, le misure che Facebook ha adottato per la difesa della privacy dei propri utenti non sono sufficienti.
In particolare, oggi non esiste un sistema né giuridico né sostanziale per verificare come Facebook utilizza i dati degli utenti iscritti.
E le leggi recentemente approvate in alcuni importanti Stati europei, vedi i recenti esempi di Italia e Irlanda, consentono agli utenti di sapere che stanno per cedere i propri dati ma non fanno nulla per regolare il modo in cui questi vengono raccolti ed utilizzati.

Pubblicità su Facebook e sul web in generale: la proposta dell’EFF

Per evitare gli abusi relativi alla pubblicità invadente su Facebook ed il resto del web, l’EFF ha proposto di utilizzare lo standard “Do not track”. Di cosa si tratta?
Lo standard Do not track è una direttiva di controllo delle pagine web che comunica al server le scelte dell’utente in ordine alla raccolta dei dati di navigazione.
L’obiettivo è duplice:

  • limitare la pubblicità invasiva del web;
  • consentire la sospensione della raccolta delle informazioni circa l’utente che sta visitando una determinata pagina web.

Iscriviti a Money.it