CRISI, FMI- Le dimissioni ormai ufficiali di George Papandreou in Grecia e quelle, annunciate, di Berlusconi in Italia non sono bastate, (al contrario!), a disinnescare la crisi nella zona euro e a smorzare dubbi e timori.
Il direttore generale del Fondo monetario internazionale, Christine Lagarde, chiesto maggiore chiarezza politica, rivolgendosi all’ Italia e alla Grecia, e ha fatto appello alla perchè contribuisca a risolvere la crisi in Europa, che scuote i mercati di tutto il mondo.
Un "chiarimento politico" è necessario a Roma e ad Atene, in quanto "promuoverebbe la stabilità”, che rappresenta l’obiettivo e la priorità per Christine Lagarde, in Cina per una visita di due giorni.
Un contagio della crisi all’ Italia, la terza economia della zona euro il cui debito ha raggiunto 1.900 miliardi (120% del PIL), metterebbe in ginocchio tutta l’area dell’euro, il cui Fondo di salvataggio, l’ EFSF, non sembra ancora in grado di poter far fronte a un tale scenario.
L’ eurozona moltiplicherà la potenza di fuoco del Fondo europeo di stabilità finanziaria (EFSF) e, a tal fine, ha sollecitato la Cina perché ne compri delle obbligazioni.
Christine Lagarde ha inoltre chiesto ai maggiori paesi emergenti di permettere un apprezzamento delle loro valute o di modificare il modello di crescita per fronteggiare la crisi del debito in Europa. "I mercati emergenti e, in particolare, i principali mercati emergenti devono riorientare il loro modello di crescita o permettere alle loro valute di apprezzarsi adeguatamente", ha dichiarato il direttore del FMI.
I principali partner economici della Cina ritengono che lo yuan sia svalutato e che questo contribuisca in modo significativo alle enormi eccedenze accumulate dal Paese, le cui riserve in valuta straniera superavano, alla fine di settembre, 3200 miliardi di dollari.
La Cina deve rifocalizzare il suo modello di crescita che, attualmente, risulta essere troppo dipendente dagli investimenti e dalle esportazioni, per fornire più spazio ai consumi delle famiglie. "La situazione dell’economia globale può essere migliorata solo se vi è un livello adeguato di cooperazione tra tutte le parti interessate", ha detto Christine Lagarde, che, a Pechino, ha anche incontrato il direttore della banca centrale cinese, Zhou Xiaochuan e il Vice Premier Wang Qishan.
Il numero uno dell’Istituto di Washington ha riconosciuto che esistono "problemi", e dunque motivi di timore, anche nei paesi "che nulla hanno a che fare con la crisi", gli stessi paesi che temono che il loro contributo al Fondo Monetario Internazionale sarebbe utilizzato principalmente per l’area dell’euro, a scapito delle regioni meno ricche, minacciate, allo stesso modo, dal rischio di contagio.
I leader di questi paesi, che si sono impegnati a rafforzare la capacità del Fondo monetario internazionale, hanno voluto essere rassicurati del fatto che il Fondo sarà in grado di soddisfare le esigenze di tutti i suoi membri, ha detto Chrstine Lagarde.
Esistono timori di una "rischio di spirale di instabilità finanziaria globale" se le economie del mondo non reagiranno insieme per contrastare la crisi, aveva già sottolineato il direttore del FMI Mercoledì, precisando che l’Asia non ne è immune. Dopo il suo soggiorno a Pechino, Christine Lagarde sarà Venerdì in Giappone.
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