Stabilimenti bloccati, operai a casa e danni per centinaia di migliaia di euro. Non è certo rosea la situazione che si sta trovando ad affrontare Fiat in tutta Europa.
Da giorni infatti l’azienda sarebbe in attesa di un particolare pezzo in plastica per gli interni delle autovetture fornito da un’unica azienda, la Selmat. Ma questi pezzi non arrivano e non si sa quando e se lo faranno.
Il risultato? Sono già tre gli stabilimenti bloccati in tutto il continente e molti altri rischiano di fermarsi nei prossimi giorni nel caso in cui la situazione non cambi.
Gli stabilimenti bloccati
La “Giovanni Agnelli Plant” di Guargliasco, impianto che produce Maserati Quattroporte e Ghibli, quello di Kragujevac in Serbia dove si costruisce la nuova 500L e la casa Iveco di Madrid. Tutti fermi per mancanza di forniture da venerdì scorso con migliaia di dipendenti che loro malgrado, non hanno potuto svolgere il loro lavoro.
Ma c’è di più. Nel caso in cui il Gruppo Selmat continuasse a non inviare i materiali richiesti da Fiat, nei prossimi giorni si fermeranno anche altri impianti. A rischio sarebbero in particolare lo stabilimento polacco di Tychy, luogo adibito alla produzione della Lancia Ypsilon e altri siti di Fiat Industrial, primo fra tutti quello di Suzzara, che si sarebbe già arrestato.
In una nota diramata in mattinata, la società del Lingotto esprime tutto il suo disappunto e la sua preoccupazione:
"Il tutto sta creando gravissimi danni al Gruppo Fiat e agli altri fornitori, che stanno regolarmente consegnando il proprio materiale",
si legge nella nota.
Le cause
Ma perché Selmat ha deciso di arrestare la consegna di materiali? Dietro alla mancanza di forniture ci sarebbero motivi economici: gli operai del gruppo sarebbero già da tempo in cassa integrazione e l’azienda sarebbe stata colpita da una grave crisi finanziaria.
Ma i più maliziosi pensano ad altro: in quanto fornitore unico del pezzo in questione, Selmat partirebbe da una posizione privilegiata che vorrebbe sfruttare allo scopo di alzare il prezzo del componente. Una sorta di braccio di ferro insomma che però potrebbe arrecare pesanti danni a Fiat e ai suoi lavoratori.
Le conseguenze
Nel caso in cui la situazione non si risolvesse in breve tempo, Fiat rischia di andare incontro a perdite urgenti. Sono già parecchi gli autoveicoli bloccati, che attendono di essere portati a termine e all’interno dei quali manca solo la componente in plastica fornita da Selmat.
Le ripercussione dal punto di vista economico sul Lingotto potrebbero quindi diventare sempre più pesanti. Per non parlare dei mercati che, nel caso in cui il problema continuasse a protrarsi nei prossimi giorni, potrebbero reagire in malo modo e punire in borsa il titolo Fiat, nonostante, allo stato attuale dei fatti, appaia totalmente incolpevole.
E i lavoratori? Beh perdite economiche per il gruppo si traducono in problemi per loro. Non è una novità. Allo stato attuale dei fatti, molti di essi non possono svolgere il proprio impiego e quindi da venerdì, nei tre stabilimenti bloccati, alcuni di essi sono stati inviati a rimanere a casa. E non parliamo di un numero basso. Da tre giorni infatti, sono alcune migliaia le persone che non hanno potuto trovarsi sul loro posto di lavoro e si temono ricadute occupazionali nel corso del tempo.
Insomma Fiat sta affrontando una grana non indifferente che speriamo si risolva nel breve periodo senza troppe ripercussioni.
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