Ancora una volta il segnale “expansion pivot” si dimostra molto efficace: gli swing trader possono leccarsi i baffi anche su uno strumento finanziario derivato del BTP a dieci anni
Il mercato delle obbligazioni non è solo pane per i denti per investitori di medio-lungo termine, interessati a comprare titoli di stato o bond societari al fine di incassare delle cedole periodiche. E’ anche un mercato adatto al trading di breve termine, soprattutto se si utilizzano i futures o i CFD. In questo caso non ci sarà alcun interesse per le cedole. L’unica cosa che interesserà al trader sarà quella di individuare correttamente la direzione del trend, così da lucrare la differenza tra prezzo di entrata e quello di uscita. Insomma, pura speculazione!
Quando si parla di speculazione finanziaria entrano quasi sempre in gioco i grafici. Partendo da questi presupposti si possono costruire strategie concettualmente valide, spesso anche piuttosto profittevoli. Ed è qui che entra in gioco la price action con i suoi segnali operativi più interessanti. Tra questi spicca l’expansion pivot, un candlestick setup adatto al trading di breve termine che funziona benissimo quando il prezzo fuoriesce da una fase di congestione con bassa volatilità.
Ed è un po’ quello che è successo sul CFD relativo al future del BTP, ovvero il titolo di stato italiano decennale. Il grafico in alto a 4 ore evidenzia come l’expansion pivot abbia dato il via a un solido movimento direzionale ribassista, dopo una fase laterale sui top di periodo. Nel giro di pochi giorni la quotazione del BTP passerà da area 124 a poco più di 118, facendo impennare il valore dello spread BTP-Bund, ovvero il differenziale tra i tassi di interesse del titolo di stato di riferimento italiano e quello pari scadenza tedesco.
Alla prossima pillola!
Nicola D’Antuono
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