Europa: nuovo rischio di coda? Cresce il rischio al ribasso

Erika Di Dio

23 Novembre 2012 - 17:55

Europa: nuovo rischio di coda? Cresce il rischio al ribasso

Sono sorpreso per il ritardo nell’erogazione degli aiuti alla Grecia. Certo sapevamo che l’FMI e l’UE sarebbero state in disaccordo in merito alla sostenibilità del debito greco, ma ritardare la decisione finale alla prossima settimana significa una delle seguenti due cose:

1) Si tratta di una vera e propria impasse, l’FMI che difende la necessità dell’OSI (official sector involvement, vale a dire la ristrutturazione del debito detenuta dal settore pubblico/BCE) per far riprendere la Grecia e l’UE/la Germania/ la BCE che non vogliono aprire la porta ad ulteriori "perdite reali" sui loro deficit nazionali dallo stesso esercizio. Le opzioni possibili potrebbero essere ancora sulla linea di un "OSI Lite" con tassi più bassi per la Grecia uniti ad una lunga durata sui prestiti.

2) I responsabili politici si rendono conto di aver bisogno di andare al di là del previsto e per fare questo hanno maggiori ambizioni per elaborare una vera intesa, che sta impiegando più del tempo previsto per essere accordata.

Quest’ultima potrebbe includere un compromesso su questa idea che l’anno 2020 e il 120% al Pil siano una sorta di numero magico, un vero condono che blocca l’assurdità della discussione sul denaro. Vi è anche la necessità di affrontare una caduta quasi allarmante del volume delle esportazioni europee di base; i dati dimostrano che tutta l’Europa è sempre più nella stessa barca. Infine, c’è tutta la situazione critica della Spagna, con la regione della Catalogna che andrà alle urne questo fine settimana per votare sull’indipendenza.

Chiaramente, la Merkel e la Germania vogliono che sia la questiona greca che quella della sempre più pressante necessità di ricapitalizzazione spagnola, vadano via il prima possibile. Ma non sarà così e la situazione non potrà che peggiorare prima di migliorare, avendo anche un’elezione italiana in arrivo, molto probabilmente a Marzo.

Sì, il rischio di cosa è tornato, e questa volta è politico. Il lato finanziario "sistemico" delle cose rimane contenuto dalla Bce, ma l’attenzione è ora rivolta, giustamente, di nuovo sui politici e la loro mancanza di volontà nell’essere responsabili e proattivi.

La leadership politica dell’UE è stata al massimo meramente reattiva e il deterioramento del consenso politico è la crescente incertezza alla luce del drammatico peggioramento dei fondamenti che costituiscono la base dell’UE. La risposta sarà un’aspra discussione,tensioni sociali in aumento e il rischio di una serie radicalizzazione ai margini politici. Nei mercati, questo si tradurrà in una minore fiducia nei mercati obbligazionari principali, una caduta dell’euro e delle prospettive meno trasparenti, che danneggeranno le azioni.

Fino ad ora, i politici dell’UE sono stati salvati dalla Bce, ora è il loro turno. Le tensioni sociali e un crescente rischio di coda politico potrebbero presto dare il via alla fase della crisi che io chiamo "mandato per il cambiamento", in quanto le insopportabili tensioni nella situazione infine imporranno un cambiamento di comportamento e una drammatica nuova azione dalla leadership politica.

Traduzione italiana a cura di Erika Di Dio. Fonte: Tradingfloor

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