Europa: le sfide economiche del 2012

Nadia Fusar Poli

30/12/2011

Europa: le sfide economiche del 2012

EUROPA. Debito, rigore, integrazione economica, crescita... Gli stati del Vecchio Continente dovranno trovare delle soluzioni alla crisi che le ha colpite e a cui finora non sono stati in grado di trovare risposte e soluzioni.

Tra poche ore festeggerà il suo compleanno ma l’euro, nei suoi primi dieci anni di vita, è ancora motivo di preoccupazioni e continua a soffrire contro i suoi concorrenti, dal dollaro USA allo yuan cinese, dal franco svizzero alla sterlina inglese.

Ma nel quarto anno di crisi, l’errore di progettazione (l’introduzione dell’euro non fu accompagnata da una disciplina fiscale credibile e da un Tesoro europeo unico per la sua implementazione) è solo una parte del dilemma. Sul fronte politico, la crisi dell’euro ha costretto un terzo dei diciassette capi di governo della zona euro a dimettersi.

Dalla primavera del 2010 e le prime delusioni dalla Grecia, i leader europei hanno tenuto una dozzina di "vertice di crisi" e dato i natali ad almeno quattro piani di emergenza, spesso contraddittori.

L’ultimo, il summit del 9 dicembre, sembra aver finalmente risposto alla domanda di disciplina comune, mettendo in cantiere un "patto fiscale" con sanzioni quasi automatico. Il testo, un trattato intergovernativo, dovrà essere pronto prima della primavera 2012.

<ads1>

Resta ancora la questione dell’ EFSF, il Fondo di salvataggio europeo, ancora oggi dai contorni poco chiari e motivo di divergenze tra Nicolas Sarkozy e Angela Merkel. Attualmente sembra che in prima linea, impegnata a domare l’incendio della crisi, sia rimasta solo la BCE, nonostante le sue reticenze.

C’è urgenza. Dopo la tregua di fine anno, aziende, banche e stati europei torneranno sui mercato per rispettare le rispettive scadenze. La Grecia continua a lottare con i suoi creditori privati, due anni dopo aver suonato l’allarme. L’Italia dovrà rimborsare oltre 250 miliardi di euro nel 2012.

Dopo tre anni di turbolenze sui mercati finanziari, gli Stati dovranno affrontare l’anno che sta per inaugurarsi con un handicap di più: la crescita nella zona euro si è attestato ad un penoso 0,2% nel terzo trimestre e l’UE rischia di precipitare in recessione. Ora sarà ancora più difficile sopportare il peso del debito pubblico e sostenere le banche private. Anche Francia e Germania, che si credono al riparo dietro le loro "AAA", sono già sotto la minaccia delle agenzie di rating.

L’austerità e la recessione hanno creato una miscela politica esplosiva. In Grecia, Spagna e Italia, nessuno sta scommettendo sulla longevità dei nuovi governi di fronte ai disordini sociali, all’allarmante aumento della disoccupazione e ai draconiani piani di rigore adottati. L’euro non ha ancora finito di procurare mal di testa.

Accesso completo a tutti gli articoli di Money.it

A partire da
€ 9.90 al mese

Abbonati ora

Iscriviti a Money.it