Europa: appello alla Cina. Regling, EFSF: rotta verso Pechino

Nadia Fusar Poli

28/10/2011

Europa: appello alla Cina. Regling, EFSF: rotta verso Pechino

EFSF, CINA. Klaus Regling, il direttore del Fondo europeo di stabilità finanziaria, si trova in visita a Pechino per illustrare i nuovi poteri di cui è stato dotato lo strumento di salvataggio della zona euro e discutere i termini del contributo della Cina all’ EFSF.
Ci sono poche possibilità che il direttore del Fondo abbandonerà la terra del Dragone con in tasca un impegno concreto della Cina circa un nuovo acquisto di titoli europei.

Klaus Regling sarebbe a Pechino, almeno secondo le sue stesse parole, per una "visita di routine". Deve incontrarsi con i funzionari del ministero delle Finanze e della Banca centrale prima di volare in Giappone. "Sono qui per spiegare le conclusioni del vertice. Non mi aspetto risultati precisi. Io non sono qui per negoziare. E’ troppo presto per questo", ha dichiarato durante una conferenza stampa.

Ma la sua visita non è nemmeno casuale e banale: sopraggiunge infatti 24 ore dopo il vertice di Bruxelles, durante il quale si è concordato il rafforzamento della potenza di fuoco del fondo di salvataggio e si è ipotizzato di attirare una parte delle riserve valutarie della Cina.

Se Klaus Regling ha rifiutato di specificare la quantità corrente di investimenti cinesi nel fondo, a partire dalla sua nascita, si è comunque lasciato sfuggire che la Cina è "un cliente molto buono". Da gennaio di quest’anno, il 40% delle obbligazioni dell’ EFSF sono state acquistate da paesi asiatici.

L’EFSF ha ottenuto due nuovi strumenti per garantire gli investimenti e renderli più attraenti: il fondo ora assicurerà i titoli emessi dai governi europei e, inoltre, verrà creato uno strumento per la gestione dei portafogli finanziari emessi da un processo di cartolarizzazione.
 
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"Dobbiamo decidere come implementare questi nuovi approcci con i nostri investitori e vedere come strutturare i prodotti. E ’inutile offrire prodotti che nessuno è disposto a comprare", ha sottolineato Klaus Regling.

E’ proprio di questi dettagli che dovrà discutere con i partner cinesi: l’esatto ruolo del FMI nei suoi veicoli di investimento, la parte del prestito che sarà garantito dal fondo in caso di perdite, i tassi di interesse, ecc .

Per ora la Cina non lascia trasparire nulla circa la reale ed effettiva volontà di investire in obbligazioni di paesi europei garantite dal fondo.
Secondo un articolo del Financial Times, diverse fonti hanno suggerito che la Cina potrebbe investire fino a $ 100 miliardi. Ma i funzionari cinesi, pur accogliendo favorevolmente l’accordo di Giovedì, non hanno rilasciato commenti o fornito dettagli in merito.

Il governo cinese deve vendere all’opinione pubblica il fatto che un tale acquisto sia giustificato, in un momento in cui già si trova a risolvere altri faccende in casa propria: i debiti dei governi locali, i fallimenti di massa delle sue PMI e la povertà di una parte della sua popolazione rurale.

Quali le contropartite di un aiuto all’Europa? Ad esempio il riconoscimento dell’economia di mercato, cosa che faciliterebbe l’ingresso nell’area dell’euro dei prodotti cinesi o, ancora, una garanzia degli investimenti.
 
Per Klaus Regling questo aspetto non sarà all’ordine del giorno."La Cina ha un surplus commerciale che deve investire. Il Paese cerca investimenti solido e sicuri", ha commentato.

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