Facciamo un’analisi grafica. Il massimo storico del cambio è di 1,60 ed il mino è di 1,05 circa quindi il valore medio è di 1,325 (forse questo è quello a cui faceva riferimento Draghi) non lontano dai valori attuali di 1,30; il valore medio invece della forbice di “sostenibilità europea” per singoli stati (secondo lo studio delle banche) è la media tra 1,5 appunto e 1,1 quindi 1,30 quindi.
Mario Draghi ha sottolineato come il cambio euro-dollaro sia su valori non distanti dalla propria media storica. Ma di quale media parla? Aritmetica semplice, geometrica, media mobile (a quanti periodi?)…?
Inoltre studi di banche internazionali (tra le più importanti) hanno evidenziato come per la Germania il tasso di cambio sostenibile per mantenere in equilibrio saldi con estero e la bilancia pagamenti è fino a 1,5 mentre per l’Italia è di 1,1 circa (il bello dell’Europa!).
Facciamo un’analisi grafica. Il massimo storico del cambio è di 1,60 ed il mino è di 1,05 circa quindi il valore medio è di 1,325 (forse questo è quello a cui faceva riferimento Draghi) non lontano dai valori attuali di 1,30; il valore medio invece della forbice di “sostenibilità europea” per singoli stati (secondo lo studio delle banche) è la media tra 1,5 appunto e 1,1 quindi 1,30 quindi.
E se facciamo la media delle medie? Viene il valore di 1,3125. Questo livello effettivamente graficamente è stato testato più volte del sottostante supporto di 1,30, quindi forse più attendibile come resistenza/supporto (dipende da quando lo consideriamo). Il quadro attuale, a livello grafico, vede la seguente impostazione: A) test supporto 1,3 B) attrattività media mobile a 200 periodi C) MACD segnala trend ciclico di fondo negativo. Cosa fare?
Come a metà ottobre sembra che strategia migliore (anche se oggi “costerà” di più la volatilità) è usare i derivati (opzioni) per ipotizzare valori per le scadenze di marzo vicino agli estremi 1,25 oppure 1,35 (strategia che ha premiato chi l’ha strutturata a metà ottobre). Un consiglio: non sbilanciarsi sulle posizioni di breve…l’unica certezza è l’incertezza di breve, appunto!
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