Euro/Dollaro: valutare i flussi di capitale per comprendere le dinamiche del cambio

Nicola D’Antuono

16 Aprile 2014 - 07:20

L’andamento del tasso di cambio euro/dollaro è stato finora molto influenzato dalle dinamiche dei flussi di capitale

Euro/Dollaro: valutare i flussi di capitale per comprendere le dinamiche del cambio

L’andamento del tasso di cambio euro/dollaro continua ad essere enormemente influenzato dalle decisioni di politica monetaria delle rispettive banche centrali da una parte e dai flussi di capitale dall’altro. Un’interessante analisi sulle dinamiche del cambio degli ultimi mesi è stata fatta da Alan Ruskin, strategist valutario per Deutsche Bank. Secondo l’esperto l’indebolimento del dollaro americano, ben evidenziato dal crollo del Bloomberg Dollar Spot ai minimi da oltre 5 mesi, va letto con l’analisi dei flussi di capitale: non sono quelli in entrata, ma anche in uscita.

Negli Stati Uniti i flussi di denaro in entrata sono in diminuzione, in vista della stretta monetaria che la FED dovrebbe attuare nei prossimi mesi cancellando il piano di quantitative easing entro fine anno e aumentando i tassi sui federal funds nella prima parte del 2015. Bisogna poi valutare gli acquisti di asset esteri da parte degli investitori statunitensi, che stanno spostando grosse somme di denaro in Europa dove è ancora possibile ottenere rendimenti elevati sia sulle borse che sui bond. Ruskin sottolinea che “la debolezza del dollaro è innescata dagli acquisti di azioni e obbligazioni estere da parte degli investitori statunitensi”.

L’esperto della banca d’affari teutonica ritiene che “la correlazione tra la domanda di treasury da parte degli investitori esteri e rendimenti crescenti dei bond è ancora valida”. Ruskin si aspetta un’inversione di tendenza sul biglietto verde solo quando i grandi investitori a stelle e strisce si allontaneranno dagli asset esteri, in particolare quelli denominati in euro. L’esperto ritiene che l’appetito per gli asset in euro è quasi giunto al culmine. La tesi avanzata da Ruskin era già stata evidenziata qualche tempo fa da Manuel Oliveri, currency strategist per Crédit Agricole, secondo il quale “il flusso di capitale positivo negli ultimi mesi ha rappresentato uno dei maggiori sostegni per la moneta unica”.

Oliveri non ritiene che un eventuale piano di quantitative easing della BCE possa far scendere l’euro, in quanto il piano di acquisto di asset favorirebbe l’aumento della domanda per gli asset denominati nella valuta unica europea. Gli esperti di Goldman Sachs, invece, si aspettano che il cambio euro/dollaro resterà forte in area 1,38 fino all’estate. A settembre, però, la BCE dovrebbe finalmente avviare il piano di QE per frenare il super-euro e allontanare i rischi di deflazione. A quel punto il cambio euro/dollaro potrebbe iniziare un movimento ribassista fino a 1,34 entro fine anno e a 1,30 nella prima parte del 2015, quando la FED dovrebbe iniziare a ritoccare al rialzo i tassi di interesse.

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