Si allontana già l’ipotesi di un QE in Europa, così sul forex il cambio euro/dollaro torna sopra 1,38
Dopo le recenti dichiarazioni rilasciate da alcuni membri del board della BCE, come Yves Mersch e Jens Weidmann, l’ipotesi di un piano di quantitative easing (QE) nell’eurozona sembra essersi già allontanata. I due “falchi” dell’Eurotower hanno detto di preferire eventualmente un piano di acquisti basato sugli Abs e non sui titoli di stato, che invece hanno già beneficiato dell’azione della BCE tra il 2010 e il 2012. Insomma l’esecuzione di un programma di acquisto di asset, sulla falsariga di quanto già accaduto in Giappone, Stati Uniti e Regno Unito, sembra essere un’ipotesi poco percorribile.
La reazione sul mercato valutario non si è fatta attendere e ha chiaramente premiato la moneta unica, che invece rischierebbe di indebolirsi molto nel caso in cui la BCE dovesse lanciare un piano di stimoli monetari incentrato sull’acquisto di titoli pubblici e privati. Complice anche la debolezza generalizzata del biglietto verde, il tasso di cambio euro/dollaro è volato fin sopra 1,38 evidenziando un significativo segnale di forza di breve periodo. Il cambio ha toccato quota 1,3811, salendo sui massimi da quasi una settimana. Venerdì, dopo il dato dei non-farm payrolls, i prezzi erano scesi a 1,3672 ai minimi da fine febbraio scorso.
Da un punto di vista tecnico, il cambio euro/dollaro sembra ben posizionato per effettuare un nuovo allungo rialzista in caso di breakout esplosivo della resistenza di 1,3820. Il superamento delle medie a 20 e 50 giorni è un segnale di forza del mercato, per cui nelle prossime ore i prezzi potrebbero spingersi anche fino alle successive resistenze poste a 1,3850 e 1,3880. Il ritorno della debolezza sul cambio si avrebbe solo in caso di closing inferiore a 1,3750, ma al momento sembrano esserci poche possibilità di un’inversione di marcia nel breve periodo.
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