Euro/Dollaro torna a 1,09 con Pil Usa migliore del previsto

Nicola D’Antuono

29 Febbraio 2016 - 06:40

Il cambio EUR/USD è sceso con decisione in area 1,09, allontanandosi vistosamente dai top di periodo di 1,1376. Possibile una nuova flessione verso i supporti di 1,08

Euro/Dollaro torna a 1,09 con Pil Usa migliore del previsto

Venerdì il tasso di cambio Euro/Dollaro ha accelerato bruscamente verso il basso, a seguito della pubblicazione del dato migliore delle attese degli analisti finanziari sul pil americano del quarto trimestre del 2015. Rispetto alla stima preliminare dello 0,7%, è stata riscontrata una crescita dell’1%, mentre gli economisti prospettavano un ulteriore rallentamento allo 0,4%. Ciò vuol dire che il Pil Usa è cresciuto del 2,4% lo scorso anno, in linea con quanto già mostrato nel 2014. La maggiore crescita economica negli Stati Uniti, abbinata al significativo miglioramento del mercato del lavoro e alla risalita dell’inflazione, potrebbe spingere la FED a valutare l’aumento dei tassi di interesse nella prossima riunione di metà marzo.

Di recente i policy makers dell’istituto monetario con sede a Washington avevano fatto intendere di voler tergiversare prima di incrementare il costo del denaro, dopo averlo alzato a metà dicembre scorso per la prima volta dopo circa dieci anni. Le recenti turbolenze finanziarie e il rischio di frenata economica in Cina potrebbero creare nuovi shock sui mercati, per cui la FED si troverebbe impossibilitata a varare un piano di aumenti al costo del denaro in quanto provocherebbe quasi certamente un crollo del valore di azioni e obbligazioni, minando la già fragile fiducia degli investitori. Molti analisti ritengono che la FED potrebbe restare ferma per tutto il 2016, o al massimo aumentare i tassi di un quarto di punto o mezzo punto verso fine anno.

Intanto tra meno di due settimane prenederà il via il meeting della BCE, che dovrebbe rafforzare la politica monetaria ultra-espansiva in corso. Gli effetti sul cambio EUR/USD sono già visibili, tanto che il prezzo è sceso a 1,0911 ai minimi da tre settimane. Nel breve periodo appare possibile una discesa fino a 1,08 – 1,07, anche perché – come stima Goldman Sachs – la BCE dovrebbe aumentare il QE a 70 miliardi di euro (dai 60 miliardi attuali) e tagliare il tasso sui depositi a -0,4% dall’attuale livello di -0,3%. Inoltre, la banca newyorkese ritiene che Mario Draghi possa annunciare la proroga del piano di acquisto di asset fino a settembre 2017 (ovvero sei mesi in più rispetto alla scadenza fin qui prevista).

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