Euro/Dollaro sull’ottovolante tra dati macro deludenti e tensioni Usa-Russia

Nicola D’Antuono

25 Marzo 2014 - 06:42

Il cambio euro/dollaro è stato protagonista ieri di una seduta ad alta volatilità: prima un pesante calo fino a 1,3760, poi un maxi-rimbalzo fino a 1,3880 circa

Euro/Dollaro sull’ottovolante tra dati macro deludenti e tensioni Usa-Russia

La nuova ottava sui mercati valutari è stata contraddistinta da una spiccata volatilità per il tasso di cambio euro/dollaro, che ieri è salito sull’ottovolante registrando inizialmente un forte movimento ribassista e dal pomeriggio in poi un notevole rimbalzo dai minimi intraday superiore ai 100 pip. In mattinata la pubblicazione degli indici Pmi nell’eurozona, risultati in calo e sotto le attese, aveva posto l’euro sotto il tiro delle vendite. Il cambio euro/dollaro era passato da 1,3826 a 1,3760, configurando un potenziale scenario bearish di breve periodo anche per i giorni successivi. Nel corso del pomeriggio qualcosa è però cambiato, in primis dopo la comunicazione dei risultati preliminari sull’attività manifatturiera negli Stati Uniti.

L’indice Pmi manifatturiero Usa di marzo, stima flash, è sceso a 55,5 punti dai 57,1 punti di febbraio, quando era volato ai massimi da maggio 2010. Gli analisti finanziari avevano prospettato un lieve calo, ma sol fino a 56,5 punti. A causa della flessione della domanda estera, la componente relativa ai nuovi ordini è diminuita a 58 punti dai 59,6 punti del mese precedente. L’indice della produzione manifatturiera, invece, è calato leggermente a 57,5 punti da 57,8 punti. Buone le indicazioni provenienti dalla componente relativa all’occupazione, in crescita per il nono mese consecutivo. Sul forex il cambio euro/dollaro ha iniziato la fase di recupero dai bottom, allontanandosi dall’area di supporto di 1,3760 – 1,3750.

Nelle ore successive, però, il cambio euro/dollaro ha accelerato sempre più al rialzo, fino a spingersi sopra l’area di resistenza di 1,3830 – 1,3850. I prezzi hanno messo a segno un clamoroso boom, in un clima di elevata volatilità, che ha riportato il cambio a un passo da 1,3880. Il brusco movimento di inversione dei prezzi è stato favorito anche dalle crescenti tensioni tra Usa e Russia per la crisi geopolitica in Ucraina e la successiva annessione della Crimea da parte di Mosca. Al vertice dell’Aja di ieri, il presidente americano Barack Obama ha annunciato l’escusione della Russia dal G-8, la cancellazione del vertice di Sochi e imminenti sanzioni economiche per il Cremlino. Wall Street ha chiuso in calo (indice S&P500 -0,48%), ma è comunque riuscita a limitare i danni nel finale.

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