Il cambio Euro/Dollaro ha continuato a muoversi al rialzo questa mattina, seguendo i guadagni avviati durante la giornata di ieri. Il cambio è in fase di test sulla linea 1.33; questa settimana i dati fondamentali sono stati piuttosto scarsi in termini di quantità, senza grandi appuntamenti per nessuna delle due valute.
Ma la situazione oggi potrebbe essere diversa, visto l’appuntamento con Mario Draghi che nel primo pomeriggio (ore 13:40) terrà un discorso in Lettonia e dagli Stati Uniti saranno pubblicati i dati sulle richieste di sussidi per la disoccupazione.
Questa mattina, infine, sono stati pubblicati i dati sulla produzione industriale nell’Eurozona che hanno registrato un minimo di 10 mesi segnando una contrazione del 1.5%.
Cambio Euro/Dollaro: la situazione
Durante la sessione Asiatica, il trading è stato piuttosto calmo con un massimo raggiunto a 1.3324 prima del consolidamento in area 1.3310. All’avvio della sessione Europea il trading è rimasto pressoché invariato pur tornando a metà mattinata al di sotto della linea 1.33 dove tutt’ora avvengono gli scambi (1.3295 al momento della scrittura)
I market mover di oggi
- Draghi in Lettonia: il presidente della BCE sarà ospite in Lettonia dove prenderà parola alla Conferenza Economica della Bank of Latvia. L’incontro non è del tutto casuale, visto che la Lettonia sarà il prossimo paese ad adottare l’Euro a partire dal 1 gennaio 2014. Il piccolo paese, di appena 2.4 milioni di abitanti sarà il 18° membro dell’Eurozona. Le performance dell’economia lettone sono piuttosto positive, ma il supporto dell’opinione pubblica nei confronti dell’euro comincia a venire meno. Si teme a tutti gli effetti che possa verificarsi un altro caso di contagio.
- Sussidi di disoccupazione USA: vista l’ultima release sul mercato del lavoro USA, il dato di oggi assume particolare rilievo. I mercati continuano a speculare sulla possibilità del tapering da parte della Federal Reserve e c’è un certo consenso riguardo alla possibilità che possa avvenire prima della fine dell’anno, ma tutto ciò sembra poco verosimile se l’economia non darà risultati solidi sul fronte lavoro.
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