Non si ferma la discesa del cambio Euro/Dollaro, che oggi ha aggiornato i minimi da aprile scorso a 1,0630. Dietro la debolezza dell’euro ci sono le forti attese per un rafforzamento del QE da parte dell’Eurotower
Il tasso di cambio Euro/Dollaro continua a scendere sul forex, tanto da toccare nella seduta odierna il minimo più basso degli ultimi 7 mesi a 1,0630. Da un punto di vista tecnico va sottolineato che il bearish trend in atto è decisamente solido: ciò vuol dire che esistono grosse possibilità di rivedere i minimi annuali di area 1,0460 entro la fine dell’anno. In realtà il cambio potrebbe scendere ancora più in basso, anche perché sono attese a breve nuove misure monetarie espansive della BCE.
L’Eurotower è pronta a lanciare il “QE2”, ovvero il rafforzamento dell’attuale piano di quantitative easing da 60 miliardi di euro al mese. Secondo gli analisti finanziari di Unicredit, Mario Draghi porterà il programma di acquisto asset a circa 500 miliardi di euro. Inoltre dovrebbe tagliare il tasso sui depositi presso la BCE di altri 10-15 punti base dall’attuale livello di -0,25%. L’obiettivo è quello di riportare il tasso di inflazione verso il target di medio periodo del 2% e allo stesso tempo rilanciare la crescita economica nell’Eurozona.
Secodo Peter Praet, membro del board della BCE, non sarà facile spingere i prezzi al consumo verso l’obiettivo prefissato per cui è molto probabile che si agirà con nuove manovre monetarie ultra-accomodanti. Bank of America Merrill Lynch si aspetta un aumento del QE a dicembre di 10 miliardi di euro e l’estensione dello stesso fino a settembre 2017. La banca d’affari americana ritiene che possa esserci anche un piccolo taglio al tasso dei depositi presso la BCE.
Il cambio EUR/USD dovrebbe così continuare a mostrare una marcata debolezza nei prossimi mesi anche in vista dell’aumento dei tassi di interesse negli Stati Uniti, atteso nella prossima riunione del FOMC di metà dicembre. Sarebbe il primo incremento al costo del denaro da parte della FED da giugno 2006. Non va escluso che la quotazione possa raggiungere la parità entro fine anno, nonostante la maggior parte dei broker e delle banche d’investimento si aspetti un calo verso il cambio 1:1 solo a partire dal primo trimestre del 2016.
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