Il cambio euro/dollaro viene respinto in area 1,12, con la risalita che appare sempre più complicata. Intanto Mario Draghi ricorda che il QE della BCE durerà a lungo
Il tasso di cambio euro/dollaro sta provando a risalire la china dai minimi di periodo posti intorno a 1,1060, raggiunti dopo un improvviso sell-off dai top di area 1,1460 che è costato al cambio circa 400 pip del rally messo a punto da metà aprile scorso da area 1,05. Oggi il cambio si è scontrato sull’area di resistenza di breve termine posta a 1,12, senza riuscire però a superarla. E’ chiaro che nelle prossime ore potrebbero esserci nuovi capovolgimenti di fronte, ma al momento il controllo del mercato sembra stia tornando in mano ai “sell”.
A bloccare le velleità di ascesa dell’euro sul biglietto verde ci ha pensato anche Mario Draghi, governatore della BCE, ricordando che il programma di quantitative easing andrà avanti ancora a lungo e comunque per il periodo necessario a risollevare inflazione e crescita economica nell’Eurozona. Tra l’altro il banchiere italiano ha sottolineato che le stime di crescita economica per l’area euro non sono state mai così alte negli ultimi 7 anni. I miglioramenti sono tangibili, soprattutto nella periferia europea, ma Draghi invita i governi a fare di più sul fronte delle riforme.
Il numero uno dell’Eurotower ha sottolineato che un’eventuale rinvio nell’applicazione delle riforme strutturali da parte dei governi, o la loro incapacità a metterle a punto, potrebbe costare caro all’Eurozona in termini di disoccupazione (che resterebbe stabilmente sopra la soglia critica del 10% nel medio-lungo periodo): in particolare quella giovanile, sempre su valori record, avrebbe potenzialmente un effetto devastante anche da un punto di vista sociale.
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