Diversi fattori tecnici e di natura macro potrebbero spingere gli hedge funds a puntare sullo short sul cambio euro/dollaro nel corso del 2014. Vediamo perché.
Inizio d’anno difficile per il tasso di cambio euro/dollaro, che è sceso ieri fino a 1,3629 sui minimi da oltre una settimana dopo che sul finire dello scorso anno erano avvenuti diversi movimenti al rialzo respinti sempre intorno all’area di resistenza compresa tra 1,38 e 1,3850. Lo spike dei prezzi fino a poco sotto 1,39 è stato il fattore tecnico che ha spinto molti trader ad aprire consistenti posizioni short in vista di nuovi ribassi, in quanto la bull trap sui massimi di periodo appare disegnata ad arte dai grandi investitori istituzionali. I large traders sembrano essere pronti a dare la spinta decisiva verso il basso, anche se la fase di distribuzione potrebbe proseguire ancora qualche giorno. Tuttavia, c’è chi come Goldman Sachs crede che il cambio euro/dollaro possa salire fino a 1,40 entro il secondo trimestre dell’anno in corso.
Se i flussi di denaro verso l’area euro dovessero diminuire per spostarsi in altre aree economiche più attraenti sotto il profilo dei rendimenti attesi, la moneta unica potrebbe soffrire per un bel po’ di tempo complice anche il fatto che nel 2013 ha evidenziato un andamento al dir poco esaltante contro tutte le monete più importanti. Le elevate quotazioni raggiunte dall’euro, considerato un po’ da tutti gli strategist sopravvalutato, dovrebbero attirare l’attenzione dei fondi speculativi (hedge funds) e di altri grandi investitori internazionali. Oltre ai fattori tecnici bisogna considerare anche quelli di matrice macroeconomica. La crescita dell’eurozona resta anemica e soggetta a rischi al ribasso. Molti paesi sono ancora in recessione e la disoccupazione è a livelli record.
Nonostante Mario Draghi ha allontanato per ora l’ipotesi di un nuovo taglio dei tassi di interesse, la BCE potrebbe ben presto essere costretta a lanciare nuove misure espansive di politica monetaria per rilanciare il credito e quindi l’economia. Si parla da tempo di tassi sui depositi presso la BCE su valori negativi o di una nuova LTRO. Vedremo quali saranno le prossime mosse dell’Eurotower, che tiene sempre sotto controllo le potenziali pericolose spinte deflazionistiche. Il cambio euro/dollaro potrebbe aver raggiunto un top importante poco sotto 1,39 e a questo punto diventa sempre più credibile l’ipotesi di una discesa fino a 1,35 – 1,34 nelle prossime settimane. Nel breve termine va seguito l’eventuale breakout del supporto di 1,3620: in caso di violazione del livello, i prezzi potrebbero accelerare vistosamente al ribasso.
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