Euro/Dollaro: ecco cosa potrebbe accadere dopo i payrolls USA

Nicola D’Antuono

4 Settembre 2015 - 12:59

I non farm payrolls di oggi dovrebbero scuotere il forex, in particolare il cambio Euro/Dollaro. Ecco i possibili scenari realizzabili dopo la pubblicazione del dato

Euro/Dollaro: ecco cosa potrebbe accadere dopo i payrolls USA

All’indomani del meeting della BCE - che ha avanzato l’ipotesi di aumentare il piano di quantitative easing dagli attuali 60 miliardi di euro, oltre che estenderlo ben al di là della scadenza di settembre 2016 – sul forex l’euro continua a restare debole, in attesa della pubblicazione dei dati sul mercato del lavoro negli Stati Uniti. Il cambio EUR/USD ha provato un rimbalzo tecnico, dopo la discesa di ieri fin sotto 1,11, ma è stato respinto con decisione a 1,1160. Se i dati sul lavoro negli Usa confermeranno il buon andamento della locomotiva economica a stelle e strisce, il cambio Euro/Dollaro sembra destinato a un nuovo deprezzamento.

La sensazione è che il cambio possa scendere fino alla prossima area di supporto di 1,10 ed eventualmente approfondire il ribasso fino al supporto chiave di medio periodo di 1,0850 – 1,08. Ad ogni modo non tutti gli analisti credono che alla fine il cambio scenderà dopo i dati odierni. Ad esempio Moody’s nutre forti dubbi sulla crescita dei non farm payrolls, attesi oggi intorno alle 215mila unità. L’agenzia di rating ritiene che gli investitori possano restare delusi dalle nuove buste pagate: Moody’s si aspetta un calo a 165mila unità.

L’agenzia di rating americana si aspetta poi che la FED rimandi ancora la decisione di incrementare i tassi di interesse nella prossima riunione del 16 e 17 settembre. Ciò potrebbe avere un impatto molto negativo sul dollaro americano, che nelle ultime sedute è apparso in forte ripresa dopo la discesa di fine agosto durante la fase di panic selling sui mercati. Questo scenario sarebbe favorevole al cambio Euro/Dollaro, che potrebbe risalire rapidamente la china spingendosi nuovamente in area 1,14 – 1,1450. Difficile pensare, invece, a un ritorno dei prezzi sui massimi di area 1,17, che risalgono al picco del 24 agosto scorso.

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