Continua la guerra degli italiani contro Equitalia: da Milano a Napoli, da Roma a Caltanissetta, tra manifestazioni e guerriglie, violenze e intimidazioni.
Dalla manifestazione alla guerriglia
Equitalia è sotto tiro, ormai è inutile negarlo: dal sequestro di Luigi Martinelli qualche settimana fa in provincia di Bergamo al pacco bomba recapitato questa mattina alla sede generale di Roma il passo è stato davvero breve. E mentre a Melegnano, nel milanese, un imprenditore malmena due ispettori della società di riscossione, a Napoli una protesta pacifica di circa 200 napoletani davanti alla sede della società si è trasformata in una violenta guerriglia tra gli stessi manifestanti e le forze dell’ordine in tenuta antisommossa, con un bilancio ufficiale che vede 10 agenti feriti e veicoli ammaccati. Lanci di uova e pietre contro le mura dell’edificio (e contro gli agenti), ma anche di vernice rossa, a simboleggiare il sangue versato dalle cartelle esattoriali della società di riscossione che hanno provocato una sequenza non indifferente di suicidi nell’ultimo periodo. I manifestanti hanno chiesto ai dipendenti di Equitalia di chiudere la sede per rispettare il lutto delle vittime suicide a causa proprio delle cartelle di riscossione ricevute, ma data l’indifferenza ricevuta, l’esplosione dei napoletani, dei quali almeno l’80% lì presente aveva ricevuto una cartella esattoriale, non si è fatta attendere.
Tutti contro Equitalia
Quali sono i motivi di questa protesta? Equitalia si sta facendo sentire eccome, sospinta dalla severa e rigorosa politica fiscale stabilita dal governo Monti, ma ciò che i cittadini ormai non tollerano più sono i metodi di riscossione feroci ed estremi, e un accanimento non indifferente contro le fasce più deboli. "Multe, tasse che vengono moltiplicate per 5, per 10, per 20", ha denunciato un cittadino. "Un meccanismo di debito che vincola soprattutto la povera gente, disoccupati precari, lavoratori, a volte a vita a questi meccanismi con delle forme estremamente aggressive di pignoramenti di beni primari, sequestri e quant’altro.
Equitalia: non possiamo essere additati come responsabili
Intanto Equitalia si difende e non fa attendere la propria risposta: "È inaccettabile continuare a scaricare irresponsabilmente su Equitalia la colpa di gesti estremi e situazioni drammatiche, che hanno invece origini diverse e lontane e che stanno esplodendo solo oggi a causa della crisi economica". "La troppa superficialità con cui negli ultimi tempi si è associato a Equitalia il termine suicidio", ha accusato la società "sta avendo come effetto quello di alimentare tensioni sociali, oggetto di facili strumentalizzazioni, che sfociano in vere e proprie guerriglie, come quella odierna organizzata contro gli sportelli di Napoli, in minacce, come l’ennesimo pacco bomba intercettato nella sede della capogruppo a Roma, e in aggressioni fisiche a dipendenti impegnati nel proprio lavoro come accaduto stamane a Melegnano". La conclusione è per i propri dipendenti a cui Equitalia ha confermato "massima solidarietà" sperando che tutti, dai media alla società, "si impegnino per ristabilire quel clima di dialogo e di collaborazione indispensabile per placare tali tensioni".
Quel dialogo che gli stessi manifestanti, ma anche gran parte dell’opinione pubblica italiana, hanno spesso visto assente nelle sedi di Equitalia quando c’è stato da protestare. Certo è che tutto quello che sta accadendo in questi ultimi giorni non fa altro che confermare che il disagio e la tensione sociale è alle stelle: il problema è che potremmo essere solo all’inizio.
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