Epilessia. Cos’è? Sintomi, cura e rimedi in caso di crisi

Fiammetta Rubini

8 Febbraio 2016 - 19:03

L’8 febbraio è la Giornata mondiale dell’epilessia. Cos’è, quali sono i sintomi, la cura e come affrontare le crisi di una malattia che colpisce soprattutto i bambini.

Epilessia. Cos’è? Sintomi, cura e rimedi in caso di crisi

L’8 febbraio si celebra la Giornata mondiale dell’epilessia in 120 paesi, compresa l’Italia.

Questo giorno dedicato a tutti gli epilettici e in particolar modo ai pazienti con malattia farmacoresistente, nasce per far sapere al mondo cos’è l’epilessia e perché è innocua agli altri. Infatti c’è ancora tanta disinformazione sull’epilessia, e le persone che ne soffrono sono spesso vittime di pregiudizi ed emarginazione sociale.

Cos’è esattamente l’epilessia? Quali sono le cause? E i sintomi? Come affrontare le crisi? Facciamo un po’ di chiarezza.

L’epilessia è una malattia del cervello caratterizzata dalla comparsa di crisi epilettiche. Si tratta in pratica di una condizione neurologica contraddistinta da ricorrenti e improvvise manifestazioni, con tanto di perdita della coscienza e violenti movimenti convulsivi dei muscoli, le crisi epilettiche appunto.

L’epilessia si presenta in varie forme, è prevalentemente pediatrica, e i due terzi delle crisi epilettiche esordiscono quando il bambino è ancora in età prepuberale. La brutta notizia è che l’epilessia può essere una patologia invalidante, la buona notizia è che in molti casi la patologia sparisce spontaneamente con il tempo.

Vediamo come riconoscere i sintomi dell’epilessia, come curarla e come affrontare le crisi dei bambini.

Epilessia, forme, cause, sintomi e cura

Alla base dell’epilessia vi è una scarica elettrica abnorme di una zona più o meno vasta di neuroni e la crisi rispetterà la funzione dell’area del cervello coinvolta. Se la crisi interessa solo un’area ristretta dell’emisfero cerebrale si parla di crisi “parziale” o “focale”, se invece interessa contemporaneamente entrambi gli emisferi cerebrali si tratta di crisi “generalizzata”.

La causa di alcune forme di epilessia è la predisposizione genetica. In questo caso le crisi tenderanno a svanire spontaneamente nel tempo.

Talvolta sono i “tentativi di autoriparazione” del cervello dopo un trauma cranico, un ictus o un’altra malattia possono portare alla formazione di collegamenti nervosi errati che provocano l’epilessia. Anche le malformazioni cerebrali possono disturbare l’attività nervosa e far insorgere crisi epilettiche.

La cosiddetta “Epilessia Assenza Infantile” esordisce intorno ai 4-6 anni provocando frequenti perdite di coscienza, le cosiddette assenze, che persistono per alcuni anni, per poi tendere a scomparire con l’avvicinarsi della pubertà.

In questi casi, le terapie farmacologiche sono volte per lo più a sopprimere le assenze nella fase in cui sono particolarmente frequenti. Si tratta tuttavia di trattamenti che hanno inevitabili effetti collaterali, primo tra tutti l’induzione di sonnolenza che nei bambini può incidere sull’attenzione e quindi sull’apprendimento scolastico.

La maggior parte di coloro che convivono con l’epilessia segue delle terapie o assume dei farmaci per controllare e bloccare la crisi epilettica; molti altri non possono ricorrere alle medicine né sottoporsi alle comuni terapie perché soffrono di forme epilettiche farmacoresistenti, cioè impermeabili alla cura farmacologica.

Epilessia, cosa fare se il bambino ha una crisi

Ecco qualche semplice indicazione per affrontare al meglio una crisi epilettica. Tenete però a mente che solo il medico potrà dare consigli mirati e adatti a ogni singolo caso.

Se il vostro bambino ha una crisi epilettica, ricordate di avere nervi saldi e tanta calma, la crisi è passeggera.

Se il bambino è caduto per la convulsione, evitate che la testa batta ripetutamente sul pavimento o contro ostacoli, per cui mettete un cuscino sotto la testa e ruotatelo su un fianco per far uscire la saliva che sicuramente si accumulerà nella bocca.

Non cercate di aprire la bocca perché ogni tentativo in questo senso potrebbe comportare un morso al dito introdotto o la rottura dei denti del bambino, dal momento che la contrazione della mascella in questi casi è molto forte.

Cercare di “rianimare” il bambino è inutile: secondo i medici, infatti, sono inappropriati sia le respirazioni assistite sia i massaggi cardiaci. Nel caso in cui la crisi epilettica si manifesti senza convulsioni, evitate interventi inopportuni e non spaventate ulteriormente il piccolo, piuttosto tranquillizzatelo e confortatelo.

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