economia
(AdnKronos) - In virtù di tali movimentazioni la liquidità del mercato si attesta al 71,1%, stabile rispetto a febbraio, ma in flessione di quasi 5 punti percentuali su base annuale. L’incrementata richiesta di energia ha stimolato, sul lato dell’offerta, le vendite di energia elettrica nazionali che, per la prima volta in rialzo da settembre, si attestano a 20,6 TWh ( 6,3%). Nelle zone le vendite registrano aumenti superiori al 5% al Nord ed al Centro Sud ed in doppia cifra nelle isole.
In termini di fonti, l’incremento delle vendite nazionali ha interessato sia gli impianti a fonte tradizionale ( 5,6%) che quelli a fonte rinnovabile ( 7,5%). I primi risultano trainati in particolare dal carbone ( 48,3%), mentre gli impianti a gas registrano una debole flessione (-0,8%). Diversificate le dinamiche locali, con il Nord interessato da un forte incremento delle vendite degli impianti tradizionali in controtendenza con la quasi totalità delle altre zone, dove invece si osserva un netto incremento dei volumi derivanti da fonte rinnovabile, idraulica ( 8,9%) e soprattutto eolica ( 49,8%, con quasi 3.000 MWh medi orari).
Il market coupling assegna sulla frontiera settentrionale, mediamente ogni ora, una capacità in import in lieve calo rispetto al 2017 (3.376 MWh, -167 MWh) concentrato sulla frontiera francese dove, viceversa, si osserva un aumento della capacità allocata in export che, insieme a quello registrato sulla frontiera austriaca, favorisce un moderato incremento complessivo delle esportazioni (789 MWh, 112 MWh).
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