Elezioni europee 2014: estremisti di destra ed euroscettici, ecco chi vincerà l’astensione

Marta Panicucci

14 Maggio 2014 - 12:08

Il voto delle elezioni europee si preannuncia come un vero e proprio voto di rabbia. Mentre i moderati resteranno a casa, estremisti e partiti contro Unione e l’Euro andranno alle urne

Elezioni europee 2014: estremisti di destra ed euroscettici, ecco chi vincerà l’astensione

A 10 giorni dalle elezioni europee il panorama elettorale dei paesi chiamati al voto non potrebbe essere più confuso. Dai sondaggi emerge un esercito di elettori intenzionati a non andare a votare e un alto tasso di persone ancore indecise. La sfiducia nei confronti dell’Europa è tangibile in quasi tutti i paesi membri, tanto che il voto delle elezioni europee si annuncia un voto di protesta, di vera e propria rabbia per l’inefficienza dei vertici europei rei non aver difeso i paesi dalla crisi economica. Le elezioni europee del 22-25 maggio oltre ad caratterizzate da forti novità, potrebbe nascondere anche molte sorprese.

Astensione
Novità ribadita in tutte lingue per invitare i cittadini a partecipare è al voto è che, per la prima volta, il risultato delle elezioni europee sarà utile anche per l’elezioni del presidente della commissione. Ma oltre a questo elemento sostanziale, vanno evidenziate anche novità di tipo sociologico e politico. Mai come quest’anno le elezioni europee hanno assunto i connotati un referendum pro o contro l’Unione europea e la moneta unica. La campagna elettorale in Italia, ma non solo si basa su scontri tra gli eurosostenitori e gli euroscettici che chiedono per il proprio paese l’immediata uscita dalla moneta unica. E rispetto alle precedenti elezioni o agli anni passati, quando a parlare di uscita dall’euro erano soltanto basse voci isolate, adesso i sondaggi sembrano premiare i partiti euroscettici.

L’ultima novità importante è la bassa affluenza prevista alle urne tra il 22 e il 25 maggio: secondo i sondaggi infatti, il partito degli astenuti potrebbe affermarsi come primo partito in Italia. La sfiducia nei confronti delle istituzioni comunitarie dimostratesi deboli di fronte alla crisi economica, lascerà a casa quasi il 40% degli elettori. L’alto tasso di astensione non farò altro che favorire i movimenti di protesta, di rabbia, incarnati in molti paesi dell’unione dai partiti di estrema destra e gli euroscettici. In un clima di sfiducia generalizzata i moderati tendono a non andare al voto, mentre andranno certamente alle urne coloro che vogliono esprimere un voto di protesta.

Il fronte euroscettico potrebbe così uscire vincente dalle elezioni europee.

Fronte euroscettico
In Italia il partito che si dichiara apertamente e convintamente euroscettico è la Lega Nord di Salvini. Ma i leghisti, a livello europeo, sono in compagnia di altri partiti che con le elezioni europee alle porte hanno alzato la voce facendosi sentire dagli elettori e spaventando l’Unione. Tra questi i principali sono Il Front national in Francia guidato da Marie Le Pen, l’Ukip nel Regno Unito dell’eurodeputato Nigel Farage accusato di razzismo, il Pvv nei Paesi Bassi, partito islamofobico di Wilders, Jobbik in Ungheria di Gábor Vona, Alba dorata in Grecia, movimento di estrema destra simile all’Fpö in Austria.

Marie Le Pen, leader del Fronte National, primo partito in Francia secondo i sondaggi e partito guida del movimento euroscettico in Europa, ha chiamato i francesi alle armi contro "l’avanzata terrificante dell’Unione europea”. La Le Pen ha esortato gli elettori “a esprimere la propria rabbia nella cabina elettorale: È proprio perché siamo contro l’Ue che dobbiamo andare a votare, se no la Francia non sarà più un Paese libero e prospero”.

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