Elezioni comunali 2016: il Family Day diventa un partito?

Laura Botti

4 Marzo 2016 - 14:27

Dopo la campagna contro unioni civili e utero in affitto, i sostenitori della famiglia tradizionale ora vogliono partecipare alle elezioni comunali 2016: il Family Day diventa un partito?

Elezioni comunali 2016: il Family Day diventa un partito?

Elezioni comunali 2016: da qualche ora sta circolando la notizia che gli organizzatori del Family Day, almeno le parti più intransigenti, vogliano costituire un partito politico da presentare alle prossime elezioni amministrative. Il Family Day diventa un partito?

All’indomani dell’approvazione della legge sulle unioni civili i sostenitori del Family Day, la componente cattolica e più conservatrice della società italiana, sembrano voler attuare una nuova strategia politica per diffondere i principi della vita e della famiglia.

Appena due giorni fa Simone Pillon, membro del comitato “Difendiamo i nostri figli”, aveva dichiarato di non voler “costruire un partito o una lobby ma una struttura comunitaria”. Ora invece uno dei principali sostenitori della famiglia tradizionale, Mario Adinolfi, ha espresso una differente intenzione.

Family Day: un nuovo partito?

A partire dall’inizio del 2016 gli organizzatori del Family Day sono stati spesso al centro dell’attenzione pubblica per la loro ferrea opposizione al ddl Cirinnà sulle unioni civili sfociata poi nella manifestazione di piazza del 30 gennaio.

Ora uno dei principali leader del “movimento” a favore della famiglia tradizionale, Mario Adinolfi, ha annunciato sul suo giornale online La Croce la creazione del partito del Family Day:

“Con un appello firmato Gianfranco Amato-Mario Adinolfi rispondiamo al grido che da tutta Italia si leva per provare a fermare un paese avviato verso il baratro. C’è stato chiesto da migliaia di messaggi di costituire un soggetto politico: eccolo”.

Il nuovo partito assumerà il nome di Popolo della Famiglia e sarà presentato alle prossime elezioni amministrative di tutta Italia, almeno questa è l’intenzione. Gli strenui oppositori delle unioni civili e dell’utero in affitto avranno infatti a disposizione appena due mesi di tempo per raccogliere migliaia di firme, presentare liste e candidati sindaci e organizzare la campagna elettorale.

Family Day: le origini

L’espressione Family Day, oltre che in merito alla manifestazione del Circo Massimo dello scorso 30 gennaio, è stata già utilizzata in altre occasioni. Il primo Family Day è stato indetto in Italia il 12 maggio 2007 quando i cattolici si riunirono in piazza San Giovanni a Roma per protestare contro i DICO.

L’introduzione del tema dei “DIritti e doveri delle persone stabilmente COnviventi” in un disegno di legge del secondo governo Prodi suscitò subito le proteste dei sostenitori della famiglia tradizionale. Al Family Day dell’epoca parteciparono più di 200mila persone tra cui gli allora ministri del governo di centrosinistra Clemente Mastella e Giuseppe Fioroni oltre a Silvio Berlusconi e all’attuale presidente del Consiglio Matteo Renzi.

Il secondo Family Day, stavolta contro il ddl Cirinnà, assunse il nome di “Difendiamo i nostri figli” e si tenne a Roma il 20 giugno 2015. Anche in questa occasione la platea dei partecipanti fu piuttosto diversificata: oltre ad alcune associazioni di cattolici conservatori come il “Movimento per la vita” presero parte all’iniziativa anche diversi politici fra cui esponenti di Area Popolare.

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