Fra poco più di 24 ore conosceremo chi sarà il nuovo presidente degli Stati Uniti d’America: il democratico Obama e il repubblicano Romney si contendono la Casa Bianca e a un giorno dal voto gli ultimi sondaggi danno un testa a testa molto serrato.
Si ripeterà un altro 2000?
Gli occhi del mondo sono concentrati tutti sulle elezioni USA 2012: domani è la giornata chiave, l’ultima possibile in cui i cittadini americani esprimeranno le proprie decisioni. Dagli ultimissimi sondaggi si rivela che sarà un testa a testa tra Obama e Romney e in molti temono che si ripeta un nuovo "2000", quando George W. Bush fu eletto dal Collegio ma non dalla gente, e andò a formare un governo perennemente in bilico. Questo scenario sarebbe poco rinfrancante per gli Stati Uniti, stretto nella morsa di una grave crisi economica e un governo in continuo disequilibrio potrebbe causare ulteriori danni.
Obama appare leggermente favorito, stando alle ultime ricerche, soprattutto dopo la buona gestione dell’uragano Sandy, che gli ha reso i complimenti non solo del sindaco di New York Michael Bloomberg, ma anche del governatore repubblicano del New Jersey, Chris Christie.
Il fatto che a un giorno dal voto i sondaggi diano i due candidati così appaiati, tuttavia, è emblematico nel definire quanto gli americani abbiano paura del futuro: non troppo convinti di rieleggere Obama, dopo 4 anni di amministrazione complicata dalla crisi finanziaria e soprattutto dopo 4 anni in cui le promesse (complice anche la crisi sopraccitata) fatte durante la sua prima campagna elettorale non sono state mantenute, e un Romney a volte troppo estremo su determinati argomenti, poco sicuro in politica estera e da molti considerato inaffidabile per far uscire la nazione dalla situazione economica in cui verte.
Il peso degli Stati indecisi
A decidere l’esito finale delle elezioni saranno gli swing States: soprattutto l’Ohio, con i suoi 18 grandi elettori, si presenta come lo Stato chiave decisivo. I sondaggi, tuttavia, risultano abbastanza contraddittori e non seguono un filo comune, senza contare il possibile margine di errore del 2-3%, quindi sono da prendere con le dovute e necessarie precauzioni, ma restano comunque i più ufficiali aghi della bilancia finalizzati a indicare da quale parte verte l’umore degli elettori americani.
In Ohio un sondaggio NBC prevede che Obama sia in vantaggio di ben 6 punti percentuali sullo sfidante repubblicano, mentre un sondaggio condotto da RealClearPolitics.com, che ha elaborato una media dei sondaggi totali, rileva un vantaggio più risicato per Obama, di soli 2,8 punti percentuali.
Il peso degli Stati decisivi è di portata rilevante: già adesso possiamo analizzare le dovute previsioni per capire chi arriverà a conquistare gli agognati 270 grandi elettori: secondo il New York Times, al momento, Obama ha già totalizzato 243 voti, mentre Romney solo 206. L’Ohio è perciò altresì importante per aggiudicarsi il numero necessario di elettori per salire alla Casa Bianca. Qualora l’Ohio scegliesse Obama, Romney dovrebbe conquistare non solo la Florida, dove è in leggero svantaggio, ma anche gli altri swing States, come New Hampshire e Virginia, oltre a Wisconsin, Colorado e Iowa (che però, secondo Des Moines Register, è già di Obama, che ha 5 punti di vantaggio sul repubblicano).
Obama leggermente favorito a livello nazionale
Insomma, sarà un giorno (notte per noi) adrenalinico quello di domani, ma l’impressione è ancora quella: alla fine sarà Obama a spuntarla. C’è sempre quella suspense necessaria per ravvivare il momento clou delle elezioni, ovvero lo "spoglio delle schede" (su cui verrà aumentato il monitoraggio e il controllo per evitare possibili ed eventuali brogli, mai così importante in un’elezione così delicata e incerta).
A livello nazionale, comunque, alcuni sondaggi danno Obama in vantaggio di un solo punto percentuale su Romney, mentre Rasmussen li dà in perfetta parità, così come Politico, che prevede che al momento Obama e Romney abbiano la stessa possibilità di salire alla Casa Bianca, visto che per entrambi, la percentuale di possibilità (48%) è la stessa.
Quello che possiamo vedere dai sondaggi su scala nazionale, dunque, è che per ora, solo Obama può scoprire un (piccolo) vantaggio su Romney e non il contrario. Questo è un altro segno evidente di come il 6 novembre potrebbe essere davvero il giorno della seconda rielezione di Barack Obama.
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