Dopo la strage di Denver commessa dal giovane "Joker" James Holmes, la lobby delle armi si difende attaccando: più armi contro le armi. Obama non cambierà il diritto "costituzionale" statunitense di possedere un’arma, e neppure Romney. In tempo di elezioni, la parola d’ordine è: non toccare mai le lobby.
La vera Bibbia degli americani è la Glock
Sembra essere tornati ai tempi di George W. Bush, quando risuonava l’eco della massima: "Facciamo la guerra per difendere la pace". E la National Rifle Association non è da meno, dopo la strage di Denver: "Più armi per difendersi dalle armi". Non conta se in Colorado, in 13 anni, si siano verificate le due più grandi tragedie della storia americana, ovvero quella alla scuola di Columbine e quella al centro commerciale di Aurora. La National Rifle Association non fa un passo indietro, anzi, ne fa due avanti. E poco contano le dichiarazioni dei più importanti esponenti delle associazioni anti-armi e perfino del sindaco di New York Michael Bloomberg: quest’ultimo, infatti, ha richiamato all’ordine i due candidati alla Casa Bianca, chiedendo loro di prendere il dovuto coraggio e fare qualcosa per cambiare le cose, regolamentando più severamente la materia.
Tuttavia, il "cambiamento" su cui si era basata sostanzialmente la politica di Obama 4 anni fa, viene messo da parte quando di mezzo ci sono le lobby.
Quella delle armi, infatti, è una lobby potentissima, per certi versi si può definire la "vera Bibbia statunitense". Molti americani credono più nella potenza di fuoco di una Glock che nelle parole di conforto di Dio: la prima spara, si vede, fa rumore; il secondo è solo una speranza che spesso si tramuta in delusione, soprattutto nelle tragedie. Quello che Dio non può, una Glock può eccome: pensate se in quel cinema ci fossero stati molti più americani in possesso di una pistola... l’attentatore sarebbe stato crivellato di pallottole e la sua carneficina si sarebbe interrotta persto. E’ su questo che spinge la NRA, chiaramente propensa a difendere principalmente i suoi interessi.
Stati Uniti, Weapon’s Nation!
Eppure, negli Stati Uniti non sono ipocriti: neppure dopo la strage di Denver i cittadini americani vogliono vedersi privare del diritto costituzionale di possedere un’arma da fuoco, anzi.
Dopo l’eccidio di Joker, le vendite di armi sono salite del 28%. Se si contano tutte le armi da fuoco presenti negli States, comprese quelle custodite nelle sedi ufficiali della polizia, se ne annovera una a testa, per ogni americano che vive nella "terra delle libertà".
Se avete visto l’interessante documentario di Michael Moore "Bowling for Columbine", vi sarete senz’altro divertiti nel gustarvi la scena in cui il corpulento regista mette in cattiva luce il divo della Hollywood che fu, ovvero Charlton Heston, fervente appassionato del culto delle armi.
Il film, tuttavia, nasconde sotto la superficie ilare (se così si può definire) la vera e propria anima degli Stati Uniti: bandiere americane al vento, famiglie chiuse nella propria villetta di periferia, con tanto di giardino, fucili nelle cantine, pistole nei cassetti accanto al letto, perché gli Stati Uniti potrebbero essere sempre sotto attacco (ma l’11 settembre ancora non c’era stato).
La National Rifle Association, attraverso il suo organo di informazione "American Rifleman", poche ore dopo la tragedia all’Aurora Center, aveva esordito con un tweet piuttosto macabro e assurdo: "Buongiorno tiratori, buon venerdì! Progetti per il fine settimana?", che poche ore dopo è stato subito cancellato: la difesa è spettata a un portavoce della NRA, che ha comunicato che il cinguettio era stato espresso da un singolo individuo ancora all’oscuro dei fatti avvenuti a Denver.
Possedere armi? Un diritto costituzionale
Ecco cosa recita il Secondo Emendamento della Costituzione americana, approvato nel 1791: "Essendo necessaria alla sicurezza di uno Stato libero una milizia ben regolata, il diritto del popolo a possedere e portare armi non dovrà essere infranto". E’ a questo articolo che la NRA e gli americani si aggrappano per conservare il diritto ad avere armi. Nel tempo, dall’assassinio al presidente Abraham Lincoln fino a oggi, è stato spesso proposto di regolamentare la legge in materia, ma non è mai cambiato nulla. Perché? Perché sono gli stessi americani a non volere il cambiamento! Per questo motivo né Obama, né tantomeno Romney si mettono contro la lobby più potente d’America: perché si è in periodo di elezioni, perché risulterebbe controproducente. Tutti hanno paura di violare il diritto dell’autodifesa e almeno in questo, Obama "will not change". Anche perché "Fear", paura, è la parola chiave di questa nuova campagna elettorale. E le armi ci stanno benissimo.
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