Comincia male l’avventura estera di Mitt Romney, che fa infuriare il premier inglese David Cameron criticando le Olimpiadi di Londra e lancia un commento vagamente razzista verso Obama: dopo la tregua stabilita dopo la strage di Denver, si riaccende la campagna elettorale USA 2012.
La guerra dei sondaggi
Con ogni probabilità la campagna elettorale USA 2012 sarà ricordata per il grado di popolarità ai minimi storici dei due contendenti: l’opinione pubblica americana è piuttosto sfiduciata dallo scenario politico americano, basato ultimamente solo sui reciproci attacchi, e timorosa dell’orizzonte economico che si profila. Nella realtà dei numeri e dei sondaggi, però, negli "swing States", gli Stati indecisi, Obama ha 8 punti percentuali in più rispetto al suo avversario, mentre Romney supera del 2% l’attuale presidente americano tra gli elettori più interessati a partecipare attivamente al voto. Significative anche le percentuali relative al grado di fiducia che gli americani corrispondono ai due contendenti, per chi potrebbe essere il miglior risolutore dell’attuale situazione economica: secondo il 43% degli americani Romney sarebbe il presidente ideale per risollevare l’economia statunitense, mentre solo il 36% crede ancora in Obama.
Gli attacchi e le gaffe di Romney
Romney inizia male la sua avventura all’estero. Se lo scopo del viaggio in Regno Unito, Polonia e Israele era quello di dimostrare la propria caratura a livello internazionale, potremo certamente ammettere che il candidato repubblicano alla Casa Bianca è partito con l’handicap.
Intervistato dai giornalisti della NBC, Romney si è pronunciato con molto scetticismo sui Giochi Olimpici di Londra: "Risulta semplicemente difficile immaginare cosa verrà fuori da queste Olimpiadi, ci sono alcune cose sconcertanti", ha confessato. "Le storie sulla ditta privata incaricata della sicurezza che non ha abbastanza personale, il presunto sciopero dei dipendenti dell’ufficio immigrazione e della dogana. Tutto ciò non è molto incoraggiante".
Tali dichiarazioni hanno subito fatto il giro del mondo, arrivando fino alle orecchie del premier inglese, David Cameron e del sindaco di Londra, Boris Jonson.
Il primo ha risposto mantenendo il classico aplomb inglese e un con po’ di ironia: "Stiamo organizzando un’Olimpiade in una delle città più attive, dinamiche e frequentate di tutto il mondo. Naturalmente è più facile organizzarne una in un luogo del tutto sperduto". Il riferimento di Cameron è alle Olimpiadi invernali di Salt Lake City, quelle organizzate dallo stesso Romney nel lontano 2002. "Penso proprio che mostreremo al mondo interno che non solo ci riuniremo come Regno Unito, ma anche che siamo molto bravi ad accogliere la gente da ogni parte del mondo. A Romney dico di guardare a quello che siamo riusciti a realizzare anche in questi tempi di crisi economica".
Jonson, invece, ha messo da parte il tipico carattere inglese, rispondendo piccato: "C’è un certo ragazzo che si chiama Mitt Romney il quale va chiedendo in giro se siamo pronti. Siamo pronti? Sì, siamo pronti!"
Evidentemente sulle gaffe c’era il pacchetto "Ne prendi 2, ne paghi 1", perché per Romney sono stati dei momenti assolutamente critici. Il candidato repubblicano, infatti, non si è risparmiato neppure un commento vagamente razzista nei confronti di Obama. "Obama è un africano. Non capisce le tradizioni anglosassoni". Parole smentite dal suo staff, con tanto di interpretazioni alternative. L’eredità anglosassone condivisa da Stati Uniti e Regno Unito, secondo Romney, non verrebbe compresa da Obama viste le sue origini afroamericane. Alla base di questa teoria anche la sostituzione del busto di Winston Churchill nella Stanza Ovale della Casa Bianca con quello di Martin Luther King: sostituzione che Romney rifarebbe al contrario appena eletto, allo scopo di sottolineare ulteriormente il legame tra i due Paesi.
In attesa di recarsi in Polonia e Israele, Romney punta il dito contro l’amministrazione Obama, debole nei confronti di Putin e rispetto la questione mediorientale: le accuse, dunque, vertono tutte sulla politica estera. "Obama ha cercato di riallacciare i legami con gli avversari dell’America", ha affermato Romney. Il suo obiettivo sarà invece quello di riavvicinarsi agli alleati esteri.
"Se a novembre vincerò le elezioni", ha affermato "gli avversari degli Stati Uniti non avranno più un presidente da umiliare. Obama ha promesso flessibilità a Putin, non considera Chavez una minaccia sebbene abbia portato Hezbollah nel nostro emisfero, consente alla Cina di ingannare sulla valuta e sui diritti umani e non ha levato la voce in favore del popolo iraniano quando si è ribellato nel 2009 contro il regime".
La guerra è dunque più che mai aperta, nonostante quelle gaffe di cui lo staff elettorale di Romney sottovaluta il peso all’interno degli Stati Uniti. Obama, intanto, fa sapere che un punto del suo programma potrebbe riguardare le armi, dopo la strage di Denver: "Credo che anche i possessori di armi siano d’accordo sul fatto che i fucili d’assalto AK-47 vadano bene nelle mani dei soldati e non in quelle dei criminali, e che il loro posto è in guerra, sul campo di battaglia, non nelle strade delle nostre città".
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