Elezioni USA 2012: Romney, 6 punti per cambiare l’America

Daniele Sforza

31/08/2012

Elezioni USA 2012: Romney, 6 punti per cambiare l’America

Le elezioni USA 2012 sono entrate nel vivo: Mitt Romney si presenta al suo elettorato e a tutta l’opinione pubblica americana, presentando un programma di 6 punti per cambiare l’America.

Chiusa la convention repubblicana

Mitt Romney, l’uomo nuovo, l’uomo giusto. Per risollevare le sorti dell’America, per ridarle un ruolo di primo piano nell’ordine mondiale politico ed economico, per colmare il vuoto lasciato in questi 4 anni da Barack Obama. Più lieve rispetto al suo vice Paul Ryan, probabilmente per avvicinare il pubblico statunitense più moderato, Mitt Romney si è espresso in un discorso di circa 40 minuti puntando prima sulla propria umanizzazione, per allontanare l’accusa preponderante rivolta nei suoi confronti di essere un affarista privo di scrupoli, e poi su un programma di risanamento finalizzato a risollevare le sorti degli Stati Uniti sotto ogni punto di vista.

Il discorso di Clint Eastwood

Esilarante e molto ben accolto il discorso di Clint Eastwood, apparso a sorpresa nell’ultima giornata della convention repubblicana: un discorso di 10 minuti, condito da un simpatico siparietto tra lui e una sedia vuota, a simboleggiare il vuoto di Obama, l’"invisibile man" secondo l’ala conservatrice, e a cui è stato dedicato anche un hashtag su Twitter.
Ecco il video del suo discorso:

I 6 punti di Romney

Il programma di Mitt Romney si articola in 6 punti principali; eccoli di seguito:

l’America deve essere rafforzarsi attraverso le sue risorse: dal gas al petrolio, dal nucleare alle energie alternative;

- l’istruzione sarà fondamentale e deve diventare un ponte diretto con il mondo del lavoro;

stipulare nuovi contratti commerciali per rafforzare l’economia americana;

taglio del deficit e riduzione del debito, ma senza toccare le spese militari;

riduzione delle tasse per la classe media e la piccola impresa;

cancellare l’Obamacare.

Tra gli altri punti discussi da Romney anche una dura presa di posizione in politica estera, soprattutto nei confronti dell’Iran (verrà abolita la parola "parliamo") e la Russia (schiena dritta e non più bassa con Putin). Obama non viene più attaccato come uomo, ma come Presidente: "Desideravo il suo successo perché amo l’America, ma ha fallito e se ne deve andare".

Non sono ancora chiare le manovre di Romney per concretizzare le promesse fatte al pubblico americano, ma da qui al 6 novembre ci sarà modo per illustrarle ancora al meglio, evidenziando agli americani quali saranno le strategie, in caso di elezione, per restituire all’America il posto di primo piano che le spetta.

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