A pochi giorni dalle elezioni americane del 6 novembre 2012, si susseguono ulteriori indiscrezioni. L’ultima rivela che la Camera resterà repubblicana. Intanto Obama vota in anticipo e le principali testate giornalistiche nazionali si schierano.
La Camera resterà ai repubblicani
La Camera dovrebbe restare ai repubblicani: è quanto trapela dalle ultime indiscrezioni. Mentre la Casa Bianca e il Senato ancora vacillano e non possono godere di risultati certi, il professore di Scienze Politiche dell’Università della Virginia, Larry Sabato, specializzato nelle proiezioni elettorali, ha sostenuto che i repubblicani manterranno la maggioranza nella Camera. Una voce questa che si rincorre da più tempo, anche quando Obama godeva di un netto vantaggio rispetto al suo avversario. A quanto sembra ci saranno diverse sostituzioni di candidati, sia dell’una che dell’altra parte, ma alla fine la maggioranza sarà dei repubblicani.
Non ci si aspetta tuttavia un netto vantaggio come quello stabilito 2 anni fa (la Camera si rinnova ogni 2 anni), quando i repubblicani conquistarono 242 seggi, contro i soli 193 conquistati dai democratici, ma mantenere la maggioranza alla Camera, per i repubblicani, significherebbe continuare a osteggiare le proposte di Obama su cui i conservatori non sono d’accordo, rallentando così le politiche democratiche e fornendo un ampio numero di esponenti del partito decisivi per ciò che concerne le misure politiche da stabilire. Una piccola vittoria per i repubblicani, dunque, che ultimamente stanno vedendo sempre più vicina (almeno rispetto a 4 anni fa) la possibilità che Romney prenda il suo posto alla Casa Bianca.
Obama vota in anticipo
Barack Obama sarà il primo presidente americano a votare prima del giorno delle elezioni: l’attuale presidente americano, infatti, si è recato nei seggi di Chicago per votare in anticipo, al fine di non perdere tempo con il suo pressante tour elettorale, che lui stesso ha definito "Last Minute Tour", che proseguirà e si concluderà in Florida, Virginia e Ohio, lo stato più decisivo per il futuro della Casa Bianca.
"Non posso dirvi chi ho votato", ha dichiarato Obama scherzando con gli scrutatori.
In America, infatti, sono molti gli Stati che hanno già aperto i seggi: tra questi l’Iowa, l’Ohio, la Carolina del Nord e il Nevada, mentre domani sarà la volta della Florida.
L’obiettivo dei democratici è quello di spingere il maggior numero di elettori possibile a votare subito, soprattutto negli Stati chiave, allo scopo di far pendere sin da subito la bilancia dalla propria parte. Anche i repubblicani, dal canto loro, hanno provato a spingere i propri elettori all’early voting, ma questa è una pratica che da sempre ha favorito il partito democratico, in quanto la categoria degli elettori che va a votare in anticipo è caratterizzata da minoranze, dai giovani e da chi ha un reddito basso.
I giornali si schierano
Intanto anche i principali quotidiani statunitensi hanno deciso da che parte stare: una tradizione del tutto americana che dà importanti segnali sulle prossime elezioni USA. Il Washington Post, ad esempio, ha deciso di schierarsi dalla parte di Barack Obama, perché l’attuale presidente "capisce l’urgenza dei problemi del Paese come nessun altro ed è impegnato a risolverli in modo equilibrato".
Il New York Post, invece, di proprietà del conservatore Rupert Murdoch, appoggerà Mitt Romney, perché "l’America ha bisogno di qualcosa in più di una speranza, ha bisogno di una leadership".
Tra i quotidiani più importanti, vanno annoverati anche il Los Angeles Times e il liberal The New Yorker, che si sono schierati con Obama.
Un ruolo di rilievo lo ricoprono inoltre tutte quelle testate locali, importanti così come quelle nazionali, che hanno espresso il proprio parere.
E se può risultare lecito pensare il contrario, sarà proprio il parere delle testate locali a determinare prevalentemente l’esito delle prossime elezioni, soprattutto di quelle relative agli Stati chiave, come l’Ohio o la Florida.
-11: il countdown continua...
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