Acceso, serrato, convulso, eccitante: questo è stato il secondo dibattito televisivo tra Barack Obama e Mitt Romney, per aggiudicarsi il favore dell’elettorato indeciso per le elezioni USA 2012 del prossimo 6 novembre. Quello che si è tenuto alla Hofstra University a Hempstead è stato senza alcun dubbio uno dei migliori dibattiti politici della storia americana, così come lo ha definito anche Mr. Will, commentatore ABC: "Ho seguito tutti i dibattiti presidenziali della storia americana, dai primi quattro fra Nixon e Kennedy nel 1960. Questo è stato immensurabilmente il migliore di tutti".
Il carisma di Obama e il nervosismo di Romney
Se fosse un incontro di boxe, diremmo che ai punti ha vinto (per non dire "stravinto") Obama. Merito del suo carisma, tornato in auge dopo la prova fiacca del primo dibattito. Merito anche di Romney, che non è apparso preparato come la prima volta, che è scivolato in qualche solita gaffe, e che soprattutto è rimasto lo stesso di 2 settimane fa. Obama invece è cambiato, e in meglio: ha posato penna e taccuino e reindossato il costume di one-man-show, sfoderando il suo appeal, utilizzando l’ironia e aggredendo il suo avversario, cosa che non aveva mai fatto durante il primo dibattito. Non sappiamo se la morbidezza e l’aggressione siano due parti distinte di un atteggiamento strategico che Obama ha pensato sin dall’inizio nell’affrontare questi dibattiti televisivi, quello che però sappiamo è che, in base a quanto riportano le fonti americane e non e in base ai sondaggi istantanei, Barack Obama potrebbe aumentare il vantaggio su Romney, seppur non drasticamente. Considerando che il terzo dibattito televisivo di lunedì 22 ottobre difficilmente cambierà le carte in tavola, potremo considerare quello di ieri come fondamentale per il futuro della Casa Bianca.
Obama ruba la scena
44 minuti di parole e scena per Obama, 40 per Romney: i punti chiave del discorso sono stati l’attacco in Libia e la classe media. Romney ha insistito prevalentemente sul fallimento politico dell’amministrazione Obama. Obama, invece, ha aggredito il suo avversario dall’inizio alla fine, a volte sovrapponendosi alla sua voce, ha ricordato che i 4 anni passati sono stati più gravi dell crisi degli anni Trenta ed è stato un abile politico nell’evitare domande scomode, ma soprattutto nel rigirare come boomerang le questioni poste dal suo avversario.
Le gaffe di Romney
Obama è cresciuto con il tempo, tenendosi la frase più audace alla fine (anche grazie a un autogol di Romney), che non poteva non richiamare la gaffe del repubblicano sul 47% degli americani. "Quando ha detto a porte chiuse che il 47% degli americani si consideravano vittime che rifiutavano di assumere le proprie responsabilità", ha chiosato al veleno l’attuale presidente "pensate di chi stava parlando: persone che hanno lavorato una intera vita e hanno bisogno dell’assistenza sociale, veterani di guerra sacrificatisi per questo Paese, gente che lavora duro ogni giorno, che paga le tasse pur non guadagnando abbastanza. Voglio combattere per loro".
Romney ha commesso alcuni errori, che gli costeranno caro: il primo scivolone è stato sulle politiche energetiche, accusando Obama di togliere licenze "per proteggere in un caso 24 uccelli migratori", tutte "decisioni che hanno portato il prezzo della benzina da 1,80 a 4 dollari". Obama ha risposto affermando di aver tolto le licenze solo a chi non le usava, ma Romney, invece di prendersi una mezza vittoria, ha preferito insistere ponendogli un’altra domanda, un errore grossolano che in politica, durante i dibattiti "face to face" non bisognerebbe mai commettere, per il semplice motivo che Obama è un politico, conosce il suo mestiere, e se la domanda gli arriva non da un elettore ma dal suo avversario, è quella la giusta occasione per prendere la palla al balzo, riprendere la parola, guadagnare minuti preziosi per parlare delle proprie politiche a discapito dell’avversario.
Una lezione non imparata, quella di Romney, che, accusato da Obama sugli investimenti cinesi, ha incalzato con un’altra domanda: "Signor Presidente, ha mai visto il suo estratto conto delle pensioni? Ha visto dove erano i suoi investimenti?" Obama ha risposto immediatamente con una battuta che ha suscitato ilarità nel pubblico: "Non ho visto il mio estratto pensioni, ma credo che sia molto più basso del suo, e non ci vorrà molto tempo a guardarlo, tranquillo". Romney ha proseguito con "Anche lei ha investimenti in Cina", ma a quel punto la frittata era fatta e il pubblico era più distratto dalla battuta di Obama che dalla fine del discorso di Romney.
Sulla classe media e l’attacco in Libia
L’aggressività di Obama ha perciò pagato, ponendo in cattiva luce Romney, visibilmente nervoso, con il sorriso spento e i muscoli del viso tirati. Obama ha tirato l’acqua al suo mulino parlando della classe media, e allontanandola dal programma di Obama: "Il governatore Romney dice di avere un piano di cinque punti, ma non è vero. Il suo programma ha un solo punto: tagliare le tasse ai ricchi".
Gli ultimi due scivoloni di Romney hanno favorito ulteriormente Obama. Il primo, il più eclatante, sulla Libia. Su tale questione Romney ha accusato Obama di aver tardato a spiegare cosa fosse successo a Bengasi e soprattutto di non aver parlato di un atto di terrorismo, ma la smentita è arrivata direttamente dalla moderatrice Candy Crowley della CNN. A quel punto Obama ha detto: "Può dirlo più forte, per favore?" suscitando altra ilarità. "Mentre noi eravamo alle prese con i nostri diplomatici in pericolo", si è difeso Obama "il governatore Romney ha diffuso un comunicato. Non è così che opera un commander in chief. Non si può strumentalizzare politicamente la sicurezza nazionale".
E infine, i rumors su Twitter sull’uscita di Obama relativa alla gaffe dei Romney sul 47% degli americani, hanno avuto ragione. E’ arrivata alla fine la battuta secca di Obama, sulla scia di un Romney che ha servito un assist da favola, affermando di avere a cuore il 100% degli americani.
Conclusioni
Mancano solo 21 giorni al voto e lunedì prossimo ci sarà il terzo e ultimo dibattito televisivo. L’impressione, al momento, è che Obama ha recuperato il vantaggio che due settimane fa aveva perso. Certo, in questa settimana potranno accadere molte cose e aspettiamo i sondaggi ufficiali per confermare definitivamente se e quanto Obama abbia aumentato il distacco, ma la sensazione è che ieri i democratici abbiano tirato un gran sospiro di sollievo e i repubblicani, i più critici, abbiano mal visto Romney come un leader capace di vincere le prossime elezioni.
© RIPRODUZIONE RISERVATA