Elezioni USA 2012: Obama tra l’11 settembre, Israele e Libia

Daniele Sforza

12 Settembre 2012 - 16:53

Elezioni USA 2012: Obama tra l’11 settembre, Israele e Libia

Sarà anche tornato in testa nei sondaggi, ma questi non sono certamente giorni facili per Barack Obama, pressato (seppur a distanza) da Mitt Romney e dai suoi ultimi fuochi incrociati. Ma ciò che preoccupa maggiormente Obama, al momento, è la politica estera: prima la visita negata in Israele, poi l’attacco terroristico in Libia: due fronti su cui Romney potrà trovare terreno fertile per attaccare.

11 settembre

Cominciamo dall’11 settembre. Obama, dopo aver osservato un minuto di silenzio, si è recato ieri in visita al Pentagono, dove ha dichiarato: "Siamo un mondo più sicuro, una nazione più forte, un popolo più unito". Non ha mancato inoltre di citare il suo cavallo di battaglio in politica estera, quando ha affermato: "La leadership di Al-Qaida è stata devastata e Osama Bin Laden non ci minaccerà più".

"11 volte abbiamo ricordato l’11 settembre", ha affermato il presidente "11 volte ci siamo soffermati a riflettere, per stringerci, per mostrare fermezza. Questo non è mai stato un giorno facile, ma è particolarmente difficile per tutti voi", ha detto riferendosi ai parenti delle vittime del Pentagono. Tutto ciò in un giorno in cui ha marcato il segno l’assenza di politici a New York, come esplicitamente già annunciato.

Si concludono infine le polemiche sul Museo della Memoria a Ground Zero: trovato l’accordo, aprirà entro la fine del 2013.

Israele

Ci mancava anche l’incidente diplomatico con Israele, che però è stato subito oscurato dalla Casa Bianca. Se da Israele avevano fatto sapere a una tv USA conservatrice (Fox) che Netanyahu sarebbe venuto negli Stati Uniti per la prima volta senza incontrare il presidente Obama, a causa di un forte rallentamento delle tempistiche da parte della Casa Bianca sulla presa di posizione sul nucleare in Iran, oggi Washington ha diramato un comunicato stampa in cui calma le acque.

"Il presidente Obama ha parlato per due ore martedì sera con il primo ministro Netanyahu", rivela il comunicato della Casa Bianca. "I due leader hanno discusso sulla minaccia rappresentata dal programma nucleare iraniano e hanno ribadito la comune cooperazione contro l’Iran e sulle altre questioni legate alla sicurezza. Il presidente Obama e il primo ministro Netanyahu hanno ribadito quanto siano uniti nella loro determinazione a impedire all’Iran di ottenere un’arma nucleare, e hanno deciso di continuare la loro stretta collaborazione per il futuro. Contrariamente a quanto riportato dalla stampa, non c’è mai stata una richiesta da parte del primo ministro Netanyahu di incontrare il presidente Obama a Washington, né pertanto nessuno ha mai negato alcun colloquio".

Libia

Un film ha irretito il nervo degli integralisti islamici e a Bengasi è scoppiata la rivoluzione: l’ambasciatore USA Chris Stevens è solo una tra le vittime americane dell’attacco terroristico al consolato americano.
A far scoppiare l’ira degli integralisi un film anti-islamico diretto da un regista americano che si dichiara un ebreo israeliano, Sam Bacile. Il film sotto accusa si intitola "L’innocenza dei musulmani" e persegue la teoria che la storia di Maometto sia solo una truffa.

Severe le reazioni da Washington: dagli Stati Uniti, Obama ha fatto sapere che è già partita una squadra anti-terrorismo pronta a svolgere indagini sul posto.

Il segretario di Stato Hillary Clinton ha fatto appello alle "coscienze dei popoli di tutte le fedi religiose in tutto il mondo", mentre al dolore di Obama, Romney ha risposto: "Una vergogna che la prima risposta dell’amministrazione Obama non sia stata quella di condannare gli attacchi contro le nostre missioni diplomatiche, ma di simpatizzare con chi ha condotto gli attacchi".

Un attacco, quest’ultimo, che lo staff obamiano ha tentato di ridimensionare in questi termini: "Siamo scioccati dal fatto che in un momento degli Stati Uniti d’America affrontano la tragica morte di uno dei suoi diplomatici in Libia, il governatore Romney abbia scelto di lanciare su questo argomento un attacco politico".

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